Rabbia furti: pizzaiolo insegue, pesta il ladro e lo manda in ospedale

Irruzione di due pakistani nella pizzeria Santa Croce, è la seconda in due domeniche. La titolare: «Sconvolta, siamo stremati». Movimentato episodio in via Monte Grappa

L'intervento in via Montegrappa

L'intervento in via Montegrappa

Arezzo, 12 aprile 2021 - Due volte in due domeniche, sempre gli stessi secondo le prime ricostruzioni. E sempre lo stesso obiettivo: la pizzeria Santa Croce di via Monte Grappa, zona Saione. E ieri ci è scappato pure un ferito, uno dei ladri, portato d’urgenza all’ospedale dopo una colluttazione con il figlio della titolare.

Ma partiamo dall’inizio: è il primo pomeriggio quando due giovani pakistani entrano nella pizzera e rubano la borsa di Anna, la proprietaria del locale. Corrono fuori ma Salvatore, il figlio, non ci sta, non è possibile che sempre loro siano i bersagli di questi due piccoli malfattori. Li insegue e ne afferra uno mentre la borsa della mamma resta per terra.

C’è una lotta, ci sono calci e pugni: il pakistano è immobilizzato e dolorante mentre il suo complice è già scappato a gambe levate. Scatta l’allarme e sul posto si precipitano i carabinieri seguiti a ruota da una pattuglia della municipale. Arriva anche un’ambulanza che trasporta il giovane ferito al pronto soccorso del San Donato, sorvegliato a vista dai militari che nel frattempo danno la caccia al fuggitivo.

«Sono ancora terrorizzata - dice Anna con un filo di voce - e mi dispiace anche per quel ragazzo, non avremmo voluto che adesso fosse all’ospedale. Ma siamo stremati, è la seconda volta che questi due irrompono nel nostro locale». Racconta dell’episodio della domenica precedente quando, più o meno con le stesse modalità, i pakistani erano entrati per rubare la borsa.

Di fronte alla reazione, l’avevano tirata contro la figlia della titolare ed erano scappati. La giovane, tra l’altro, è stata convocata dai carabinieri per il riconoscimento del pakistano ferito, indispensabile per addebitargli anche il primo tentativo di furto.

Il gesto dei due, conosciuti nel quartiere per alcuni precedenti probabilmente legati allo spaccio, viene stigmatizzato anche da esponenti della comunità pakistana che ovviamente nulla ha a che vedere con questi atti di microcriminalità che purtroppo minano la sicurezza degli esercizi commerciali.

Anna, comprensibilmente sconvolta, è una delle tante ristoratrici che sono state colpite in modo duro dalla pandemia e che hanno perduto insieme agli incassi pure le certezze del lavoro.

E’ dunque chiaro come i due episodi in successione, sempre di domenica, pesino molto e vadano anche al di là della loro effettiva consistenza, dando luogo a forti reazioni, in questo caso culminate con la lotta del figlio contro il malvivente