"Quella mail non c'entra con i bond": truffa Etruria, difesa al contrattacco

I legali contestano punto per punto le frasi citate in aula. Intanto sulla bancarotta gli avvocati affondano il colpo: illegittimo il fallimento Bpel

Ancora protesta degli azzerati in occasione dell'udienza preliminare

Ancora protesta degli azzerati in occasione dell'udienza preliminare

Arezzo, 20 maggio 2018 - Quella mail non solo non è una prova che esistesse una cabina di regia della truffa sulle subordinate ma non c’entra nemmeno con il collocamento dei bond, che è successivo. Ha un diavolo per capello Chiara Lazzari, l’avvocato di Luca Scassellati, il dirigente della fu Banca Etruria che la procura accusa nel processo entrato nel vivo giovedì scorso di essere uno degli istigatori di direttori di filiale e semplici dipendenti cui toccò il compito di piazzare i titoli al retail, cioè al pubblico indistinto dei risparmiatori.

Ce l’ha con alcune delle frasi lette in aula dal primo dei testimoni d’accusa, il tenente colonnello Peppino Abruzzere, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, uno dei grandi inquisitori, in sostanza uno dei coordinatori del groviglio di inchieste sul caso Bpel, dalla bancarotta alla truffa. Torniamo al testo e alle date allora.

Si parte da Francesco P. che scrive a Samuele Fedeli (un altro dei dirigenti presunti istigatori): «Oggi per la comunicazione invoco il rullo dei tamburi: euro 75 mila obbligazioni Bpel». La replica è altrettanto enfatica: «Mi sono alzato in piedi per applaudire. Ora però ascoltiamo il rullo dei tamburi che precede la guerra dei mondi».

Si inserisce anche Scassellati cui la mail è arrivata in copia: «A questo punto invocherei una Ola!!!!». Bene, fa notare l’avvocato, guardate alla data: è quella del 27 maggio. «E’ opportuno ricordare - spiega lei - che il 27 maggio il collocamento delle subordinate non era neppure cominciato. E nelle mail si fa riferimento a un prestito obbligazionario senior». Inevitabile la bordata: «Il dato dimostra che le mail non avevano nulla a che fare con le subordinate ancora neppure immesse sul mercato».

L’avvocato di Scassellati contesta anche il nesso, che Abruzzese ha fatto balenare in aula, fra successo del collocamento del 2013 e successiva promozione del suo cliente. «La nomina a direttore dei canali distributivi - ricorda - arriva il 29 giugno 2015, circa due anni dopo le mail e l’impulso viene dai commissari straordinari (nel frattempo la banca era stata commissariata Ndr) non dell’establishment interno della banca».

Del resto, già in aula la difesa Scassellati aveva tenuto a distinguere, con una serie di domande al colonnello: se fu promozione, non comportò vantaggi economici. Chiara Lazzari se la prende infine con una terza mail che fa parte dei papier con cui la Finanza è approdata in aula, le congratulazioni di Scassellati a una collega premiata. «Era un’addetta alla segreteria, non ha mai venduto prodotti commerciali, tantomeno le subordinate». Ovviamente, ci sarà tutto un processo (ancora lungo, almeno da qui a fine anno) per capire se la procura riuscirà a provare il ruolo di cui accusa i cinque dirigenti e una miriade di direttori o semplici impiegati di filiale.

Se il caso truffa Etruria è solo alle prime battute, l’udienza preliminare per la bancarotta è invece in dirittura finale. Con una bomba piazzata nell’aula del Gup Giampiero Borraccia da alcuni difensori, fra cui Luca Fanfani. Non ci sarebbe reato, perchè sarebbe illegittima la procedura conla quale si arrivò al fallimento. E senza insolvenza non c’è bancarotta.

Cosa c’è dietro? Secondo i legali che hanno sollevato la questione, il decreto di risoluzione del 22 novembre 2015 imponeva che il commissario straordinario Giuseppe Santoni richiedesse subito l’insolvenza se ce ne erano i presupposti. Invece l’istanza in tribunale arrivò un mese dopo e oltre, quando Santoni era già passato all’incarico di commissario liquidatore. Inutile dire che il Pm Andrea Claudiani e l’avvocato di Bankitalia Giacomo Satta ritengono l’argomento pretestuoso. La parola a Borraccia