
di Liletta Fornasari
Il Sommo Poeta è il protagonista assoluto del 2021 con la ricorrenza dei settecento anni della morte, avvenuta a Ravenna nel 1321. Partendo dal numero di libri, in grandissima parte anche interessanti, già da mesi apparsi nelle librerie, è bene ricordare le grandi imprese editoriali che anche l’Ottocento, secolo durante il quale Dante è stato il migliore Cicerone, nonché la guida privilegiata per accedere ai miti e agli incanti del Medioevo, ha dato alle stampe in momenti diversi, ma con l’intento di celebrare il poeta.
A tale proposito interessanti sono i fogli con soggetti danteschi conservati in Casa Petrarca ad Arezzo. Sono molti e fanno parte della raccolta denominata Fondo Nenci, che fu donata all’Accademia Petrarca tra il 1953 e il 1956 da parte degli eredi di Francesco Nenci, artista operante a cavallo tra Settecento e Ottocento, nato ad Anghiari il 19 aprile del 1782, morto a Siena il 4 marzo del 1850 e noto non solo per i suoi lavori pittorici, ma molto apprezzato dai contemporanei anche come illustratore.
La raccolta, in parte resa nota nel 1987, in occasione della mostra (Arezzo-Anghiari) dedicata all’anghiarese con la curatela di Ersilia Agnolucci, Edi Maria. Granelli, Mario Rotta e Donatella Pratesi, è stata completamente recuperata, sistemata e catalogata da chi scrive nel 2011, grazie alla volontà del presidente Giulio Firpo. I fogli a soggetto dantesco conservati in Casa Petrarca sono catalogabili in tre nuclei, iniziando dalle illustrazioni per il Paradiso destinate all’edizione della Divina Commedia all’insegna dell’Ancora, datati tra il 1817 e il 1819.
L’attività di illustratore per Nenci fu molto importante. Famosi furono i suoi lavori sul Paradiso di Dante, ugualmente a quelli dell’Iliade, delle Sacre Scritture e molti altri. Influenzati dal Purismo che, sollecitato in ambito toscano da Ingres e dallo scultore Lorenzo Bartolini, iniziava a diffondersi molto rapidamente, i fogli sono cinque tavole, tutte prove sciolte per illustrazioni di alcuni canti (XVIII,XIX XX, XXIII) disegnate da Nenci e incise da Lapi, Massetti, Migliavacca, Giovanni Paolo Lasinio figlio del celebre Carlo, e Benucci.
A queste sono da aggiungere altri schizzi, studi e disegni, tra cui la “Veloce salita” di Dante e Beatrice al cielo della Luna, dal canto II del Paradiso, a matita su carta bianca con scritte sia nel recto che nel verso. In quest’ultimo si legge, in basso a penna, "E cantando vanno per acque, acqua e cose grave".
Dal ricco carteggio dell’artista conservato sempre in Casa Petrarca, molto stretti furono i rapporti di Nenci con personalità di spicco dell’editoria a lui contemporanea, in gran parte operanti a Livorno. La fortuna dell’edizione del 1817-1819 determinò nel nostro la volontà di continuare il lavoro per gli altri due volumi della Divina Commedia, realizzando una cartella per l’Inferno e una del Purgatorio, ricordate anche dai biografi e in parte ritrovate nel 1987 nel Fondo dell’Accademia, oltre che in altre collezioni private. Tra i fogli dell’Inferno, eseguiti dopo il 1819, alcuni sono da riferire anche all’edizione curata da Giuseppe Molini o da David Passigli, entrambi importanti editori.