"Quando Pelè mi regalò la maglia numero 10": l'ex giocatore Pasqualini racconta

"Mi piace come giochi, hai un bel dribbling". Successe nell'estate 1971, durante una tournée in cui il Bologna giocò contro il Santos di O' Rey

Pasqualini con la maglia di Pelè

Pasqualini con la maglia di Pelè

Arezzo, 30 dicembre 2022 - «La maglia di Pelè? È un pezzo del mio cuore. Sono diventato più famoso per aver ricevuto in dono da Pelè la maglia del Santos che per aver giocato con il Bologna in Serie A. Per questo, oltre ad essere molto dispiaciuto per la sua morte, sarò sempre grato a Pelè per la notorietà che mi ha regalato con il suo gesto». Mauro Pasqualini, bolognese di Crevalcore, ha 75 anni e vive a Foiano della Chiana (Arezzo) dove aiuta alla società calcistica locale oltre che accudire gli ospiti di un canile. In carriera è stato un'ala molto stimata dall'allenatore che lo ha lanciato Oronzo Pugliese e proprio ai tempi del Bologna Pasqualini, siamo nella stagione 1971-1972, ha partecipat, in estate, in preparazione alla stagione, o ad una serie di amichevoli che la squadra rossoblù fece in America giocando contro il Santos di O' Rey e il West Ham di Bobby Moore, capitano della nazionale inglese e campione del mondo del 1966.

«Dormivamo e mangiavamo nello stesso albergo, volavamo con lo stesso aereo, ci siamo esibiti in tutta America. Alla fine dell'ultima partita, Pelè mi avvicinò e mi disse 'sai che mi piace come giochi?' Hai un dribbling come piace a me. E mi abbracciò. Per me, semplice giocatore del Bologna, catturare l'attenzione della leggenda del calcio, fu come aver vinto il campionato del mondo. Poi mi regalò la sua maglia come gesto di stima e affetto. Da allora, ogni volta che ci sono i Mondiali, mi chiedono di esibirla e parlare di questa storia, lo faccio volentieri per esaltare un campione. C'è gente che lo ha visto solo in tv, io ho avuto la fortuna di vivere con lui un'esperienza bellissima».

Oggi la maglia di Pelè, custodita sempre gelosamente, aumenta ancora di più il suo valore, spiega Pasqualini, in termini affettivi. «Me l'hanno chiesta in tanti, offrendomi anche cifre importanti, ma io non l'ho mai ceduta. In una sola occasione l'ex calciatore se ne è separato, nel 2012, quando la mise all'asta per contribuire a ripagare i danni del terremoto che aveva colpito anche il suo paese, Crevalcore, in provincia di Bologna. È un pezzo di me e del mio cuore». Oltre al Bologna, Pasqualini giocò in carriera pure col Cesena di Gigi Radice che per la prima volta nella storia centrò la promozione di serie A, e anche in Arezzo, Lucchese, Monza.