Qualità della vita, ambiente e lavoro lanciano Arezzo: così la scalata al ventesimo posto

Nella classifica di Italia Oggi occupazione in crescita, boom terziario. La "zavorra" rifiuti. Primi sui consumi idrici. Rincorsa inToscana: davanti c'è solo Siena

In fabbrica

In fabbrica

Arezzo, 20 novembre 2018 - Sfida la Carrarese in campionato, insegue Siena nella qualità della vita. Arezzo rientra a gonfie vele tra le magnifiche venti della classifica stilata da Italia Oggi e che disegna la mappa del benessere in Italia. Ci rientra come ventesima (seconda in Toscana) ma è già tanto, avendo recuperato in due anni posizioni su posizioni, 13 solo dal 2017 a oggi.

I dati sono autorevoli, quelli Istat, ma si riferiscono al 2016 e come al solito si riferiscono all’intera provincia. Una scalata, sia pur in frenata: perché non spicchiamo in nessun fronte ma è una sorta di avanzata globale. Nella quale l’economia ha il suo peso: la classifica non tiene conto di alcuni parametri per noi cruciali, come l’export che invece è determinante nello studio parallelo del Sole 24 Ore, ma tra gli altri mette al centro l’occupazione. E qui siamo a ridosso della top ten: undicesimi e secondi in Toscana solo a Livorno.

Controprova? La disoccupazione giovanile, che in questa classifica diventa un parametro per misurare il disagio sociale. Beh, nella fascia tra i 15 e i 24 anni (quindi c’è anche una fettina non irrilevante di scolarizzazione) siamo risaliti dal 50° al 29° posto, con una percentuale di disoccupazione del 22,8%. Possiamo fare meglio ma sono valori che bastano e avanzano per darci l’abbrivio. Proprio la classifica del disagio è tra quelle dove siamo migliorati di più, dal 63° al 34posto: anche se tra i valori c’è un preoccupante aumento di suicidi, una realtà amara e dura da stringere in una classifica.

Stabili sulla salute, una mezza classifica fatta di eccellenze e di ritardi, e sempre altissimi sul tempo libero. Tra le chiavi in questo caso il boom del terziario: perché siamo quinti per gli agriturismi, sui ristoranti ce n’è addirittura uno ogni 1100 abitanti e poco meno suol fronte dei bar, uno ogni 1300 potenziali clienti. Valori bilama, spesso il «mangia e bevi» diventa l’antidoto alla crisi di altri settori commerciali.

Ma c’è anche la cultura dalla nostra: bene sulle librerie e sui cinema. In entrambi i casi nella fascia di eccellenza, la stessa che ci siamo meritati con il ventesimo posto complessivo. L’ambiente è in forte rimonta: ma le contraddizioni non mancano. Rimaniamo i migliori in Italia per i consumi idrici (l’unica classifica a vederci primi) ma scivoliamo ancora più indietro sulla produzione dei rifiuti: ora siamo 89°.

La raccolta differenziata è risalita al 39,6% contro il 34, ma gli altri evidentemente corrono più di noi. Mezza classifica sulla Ztl, in coda per le auto, ma lì semplicemente perché ne abbiamo più degli altri. La tasca premia, la tasca punisce. La criminalità è ondivaga, come spieghiamo a fianco, la droga resta una spina nel fianco ma calano i furti in appartamento.

E tornando alla sanità andiamo meglio sulle graduatorie legate alla tecnologia e ai mezzi disponibili (merito anche del Calcit?) e un po’ meno sul personale; anche se alla carenza di posti letto corrisponde una crescita sia sugli infermieri che soprattutto sul personale tecnico sanitario, specialisti che ci regalano il terzo posto e il podio. Abbastanza lontani i problemi di immigrazione, almeno nel numero degli arrivi, continuiamo a usare pochino gli autobus e a non soffrire granché di emergenze ambientali legate al traffico.

Le famiglie seguono il ritmo delle nascite e dimagriscono un altro po’. Migliora il tenore di vita ma peggiorano i consumi. I soldi? In cassaforte, un po’ come l’alta classifica sulla qualità della vita.