Qualità della vita a picco, anche lavoro e sanità dietro il crollo di 30 posizioni

La graduatoria di Italia Oggi ci mantiene tra le città di qualità ma segna un dietrofront. Paradosso ospedali: noi 70°, Siena e Grosseto nella top 15.

Industria (Ansa)

Industria (Ansa)

Arezzo, 19 novembre 2019 - Abbiamo un reddito medio (ufficiale) di 19 mila euro,un aretino su due è diplomato, più di nove mamme su dieci mandano i figli anche ai nidi, abbiamo il record del minore consumo idrico e siamo nei primi cinque per agriturismi. Ma non siamo felici, o almeno lo siamo meno di un anno fa. Molto meno, essendo passati dal 20° posto del 2018 al 50° attuale.

Questo in base ai parametri di Italia Oggi, che ogni anno disegna questo gigantesco selfie della vita nazionale. Uno scivolone da alta montagna, quando trovi una lastra di ghiaccio e ti sdrai volando giù a picco. Beninteso: rimaniamo nella parte nobile della classifica, quella di chi sta megli e non di chi sta peggio. Però è un peccato, perchè segue ad una bella rimonta di un anno fa: ma si sa, ogni giorno fa storia a sè. E il crollo è generalizzato.

Perché le singole classifiche sono implacabili. Indietro come al solito sul fronte dell’ambiente (71°), della salute (70°), dell’istruzione (68°). Ci difendiamo bene sul tempo libero (gradino 21 in Italia) e sulla sicurezza sociale (34°) e benino sui reati (/41°) anche se non su quelli più sensibili. Ma il tracollo è in gran parte legato ad uno scivolamento anche sul nostro forte, affari e lavoro.

Essere dopo la sessantesima posizione su questo fronte fa effetto, è un po’ come se gli Springboks perdessero a rugby, cosa contro natura. Ma è così che va. Fa effetto il calo del tasso di occupazione, dall’undicesimo al 46°. E pensare che quella giovanile cala ma non troppo, rimanendo su una percentuale dignitosa. Ma siamo lontanissimi sul tasso di disoccupazione, precipitato dal 29° al 57° posto, e segniamo un record di aziende cessate, quasi il 5% del totale.

Scarsa predisposizione all’innovazione (in coda per le start-up). C’è un’attenuante: Italia Oggi a differenza del Sole 24 Ore non considera l’export, il nostro cavallo di battaglia. Ma non lo considerava neanche l’anno scorso e quindi i conti non tornano lo stesso. La salute è un altro paradosso. Perchè in queste classifiche il pianeta corsie fa sempre fatica: ma se vedi Arezzo al 70° posto e le sorelle dell’area vasta al settimo (Siena) e al tredicesimo (Grosseto) qualcosa non va. Non tanto in confronto a Siena, che bene o male tra università e policlinico ci guarda dall’alto, quanto rispetto a Grosseto, una forbice decisamente altina.

Siamo nella top ten sul volontariato. E sempre indietro sulla raccolta differenziata (76°), siamo con Pistoia, Grosseto e Massa le uniche realtà toscane sotto il 40%. Sono dati di un anno fa, sia chiaro: ma il nodo resta. A mezza classifica siamo anche per il reddito medio, che si attesta a 19.055 euro, per le retribuzione (19.831 all’anno) e per le pensioni (sotto quota 18 mila).

Andiamo poco sui bus e molto in auto. E stacchiamo come al solito primati solitari sul fronte della ristorazione: un bar ogni 1400 abitanti e un ristorante ogni 1100 abitanti. Saremo poco felici ma mangiare è un «vizio» che non ci togliamo. E visto che anche l’occhio vuole la sua parte brilliamo tra i cinema (18°) e le librerie (23°). Dove andiamo peggio è sulla depurazione delle acque, quasi ultimi e purtroppo sul tasso dei suicidi.

Una classifica che come ogni anno diventa una miscela da battaglia politica. Francesco Romizi attacca la giunta, parla di fallimento di questi anni, anche se la classifica, ricordiamo, è su base provinciale. Ma è anche vero che un anno fa il successo era stato salutato come un riconoscimento dal comune capoluogo, pesando per circa un terzo degli abitanti.

Si sa, la politica è una coperta che può essere tirata da tutte le parti. Il benessere no, o c’è o non c’è. Secondo Italia Oggi in un anno è calato e ora dobbiamo risalire. Un po’ per fare bella figura in classifica. Un po’ perché star bene, in fondo, piace più a tutt