Provveditorato, Curtolo concede il bis: spiraglio sui posti Covid?

Dopo pochi mesi l’ex provveditore riprende il suo posto. «Quei fondi sono solo in stand by, speriamo di recuperarli al più presto»

Il provveditore Roberto Curtolo

Il provveditore Roberto Curtolo

Arezzo, 29 ottobre 2020 - Aveva fatto appena in tempo a salutare tutti, ora dovrà rifarsi da capo. Roberto Curtolo, veneziano di Dorsoduro ma con i piedi ben piantati in Toscana, è già tornato. «Visto? La vita è piena di sorprese» scherza alla sua prima telefonata da nuovo provveditore di Arezzo. «Sono soddisfatto di essere di nuovo qui, sapete quale legame speciale ho con la città e con la provincia».

A luglio c’era stata la staffetta: lui stabile a Firenze e con la reggenza a Siena, Francesca Romana Ciangola dal Comune di Roma ad Arezzo. Un ruolo nel quale ha incrociato i mesi caldissimi di un’estate che sarà difficile da dimenticare dalle parti di via Montefalco. Incrociati, anzi sfiorati. Perché la dirigente ha avuto un avvicinamento a casa, dovrebbe insediarsi a questo punto a Viterbo che non è Roma ma è già la città dei Papi.

E al suo posto rientra il vecchio inquilino del pianeta scuola. Riprendendo il percorso che aveva portato avanti dal 2016 a questa incredibile estate del 2020. E stavolta potrà concentrarsi un po’ di più su Arezzo. Mantiene la guida dell’ufficio terzo della direzione scolastica provinciale, quello al quale fanno capo le politiche di supporto all’autonomia scolastica, i rapporti con gli enti locali e nazionali e il diritto allo studio.

Ma non ha più la guida di Siena, dove si è già insediata da qualche giorno la nuova provveditrice. «Voglio riprendere in qualche giorno il filo della situazione: conosco bene ormai il territorio aretino e le sue criticità ma devo avere il tempo di rimettermi in pari alla luce delle vicende dell’estate». In testa il nodo delle nomine, quello delle scuole impegnate a rispettare le compatibilità Covid e via dicendo. Una portata è già nel piatto, nè potrebbe mancare in questo clima: il blocco delle assunzioni di rinforzo Covid per la carenza di fondi.

«Non è esattamente un blocco: si tratta di una situazione in stand by. Alla luce di alcune novità gli uffici regionali devono verificare quante siano le risorse effettivamente a disposizione dei singoli presidi». Presidi chiamati a convocare prof e personale non docente a seconda delle esigenze dei propri istituti. «Questo fa un po’ variare le cifre ed è stato necessario uno stop».

Che lui spera possa essere di breve durata. «Non dipende in prima battuta da me ma conto che le assunzioni possano ripartir». Le assunzioni e forse prima ancora le supplenze. Perché con quello stop chi era già stato assunto mantiene il posto ma non potrebbe essere sostituito in caso di quarantena o di semplice malattia.

Un quadro nel quale, precisa, c’entra poco l’ampliamento di quelle nomine: che dovevano essere a termine (quindi decadere al primo lockdown) e che ora invece sono state prorogate fino a giugno.

«Tutti i calcoli erano stati fatti in base ad un incarico annuale, quindi il volume di spesa rimaneva quello». Intanto partirà con una ricognizione sulle scuole, sulle quarantene in corso, sulla gestione dello strano equilibrio, specie alle superiori, tra la didattica a distanza e quella in classe. «Credo che la trasparenza sia uno dei modi per superare questa fase e dare un filo di certezza a tutti». La prima è che può riprendere con il giro di saluti: ma stavolta per annunciare di essere tornato.