ALBERTO BIONDI
Cronaca

Provincia, passa il bilancio. Il centrosinistra lo approva e il centrodestra se ne va ma tutti sparano su Polcri

Pd: "Non votiamo per lei ma per i cittadini che chiedono risposte e servizi". L’ex maggioranza torna ad alzare l’appello al presidente a farsi da parte . Dai botta e risposta alla vigilia, le accuse in aula. Così il numero legale. .

Pd: "Non votiamo per lei ma per i cittadini che chiedono risposte e servizi". L’ex maggioranza torna ad alzare l’appello al presidente a farsi da parte . Dai botta e risposta alla vigilia, le accuse in aula. Così il numero legale. .

Pd: "Non votiamo per lei ma per i cittadini che chiedono risposte e servizi". L’ex maggioranza torna ad alzare l’appello al presidente a farsi da parte . Dai botta e risposta alla vigilia, le accuse in aula. Così il numero legale. .

Hanno salvato il soldato Polcri. Lo hanno salvato con l’espressione di chi negherebbe volentieri il lancio della ciambella in mare ad un naufrago che di arrendersi non vuole saperne. Ma lo hanno salvato. Il bilancio della Provincia per la terza volta entra in consiglio, sotto gli sguardi accigliati dei Grandi aretini raffigurati sulle pareti, ma stavolta ne esce approvato. "Approvo" sussurra lo stesso Polcri, aprendo una votazione nella quale il suo, almeno il suo, era l’unico "sì" indiscusso. Ma a ruota sono arrivati quelli del centrosinistra e della consigliera di Patto Civico. A quel punto il centrodestra era già uscito dall’aula: prima Francesco Lucacci, voltando le spalle a Polcri al termine di un intervento durissimo e nel quale lo aveva invitato a farsi da parte, quindi anche Simon Pietro Palazzo e Meri Stella Cornacchini. Lasciando il presidente in equilibrio non più tra due maggioranze ma tra due opposizioni che preferiscono non affondare il colpo. In particolare il Pd, spina dorsale del centrosinistra. "Voteremo a favore del bilancio consuntivo. Ma sia chiaro: Non voteremo per lei, non voteremo per il suo mandato politico" spiega la capogruppo Valentina Vaccari. "Non salveremo la sua esperienza amministrativa. Oggi votiamo per senso di responsabilità, verso i cittadini, verso i lavoratori della Provincia, verso i sindaci dei territori che chiedono risposte, verso i ragazzi e le famiglie che meritano scuole sicure e funzionanti". In una parola? "Votiamo perchè il nostro compito non è far collassare l’ente, ma evitare che il disastro della sua amministrazione ricada su chi non ne ha colpa".

Nel dirlo respinge anche la proposta arrivata dal centrodestra, quella di una dimissione di massa dell’intero consiglio, per far cadere Polcri: o forse no, almeno in base alle attuali regole, ma al massimo per ritornare al voto. E così, in una Provincia inondata di sole, si srotola un’altra pagina surreale nella storia di una legislatura quasi unica a livello nazionale: il centrodestra disconosce Polcri, il centrosinistra non lo sposa. Ma il numero legale, la vera partita, è salvo. Salvo in un incrocio tra le presenze reali, quelle da remoto di due consiglieri del centrosinistra, quelle provvisorie di tre consiglieri di centrodestra. Un centrodestra che sta tentando ora di arrivare ad uno "sgambetto" da Roma, cambiando la legge Del Rio, aprendo le condizioni perché un presidente senza consiglieri possa essere sfiduciato. Ma si sa, quello parlamentare è un percorso lungo e tortuoso. E per ora Polcri, con l’aplomb dei giorni migliori, incassa il ritorno almeno alla funzionalità dell’ente.

Tornano possibili operazioni finora in stand by, dall’avanzo di amministrazione alla stipula di nuovi mutui, dagli investimenti su scuole e strade fino perfino alle assunzioni, anche se dal fronte Fratelli d’Italia, nei pochi minuti di presenza in aula, si levano riserve anche sulle scelte fatte, "più di amministrativi che di tecnici". Una partita riconvocata al terzo tentativo alle 11 di mattina di ieri ma che già aveva avuto una severa fase di riscaldamento alla vigilia. Prima con un documento del coordinamento provinciale del Pd, che aveva aperto la strada al copione poi interpretato in aula, quel voto "per senso di responsabilità verso la provincia e non verso il suo presidente". E che già alla vigilia era stato aspramente contestato proprio da Lucacci: "Smetta il Pd di fare i giochini e cercare di governare la provincia in modo eterodiretto e di tenere il sacco al signor Polcri".

I fili di un confronto che poi si sono tradotti in aula nello sblocco del consuntivo 2024 ma insieme anche nel groviglio politico del quale nessuno vede nei fatti una reale via d’uscita. Se non forse il soldato Polcri, lieto di essere stato salvato dall’ennesima tempesta nell’azzurro mare aretino.