Provincia, il caso Polcri nella chat tra sindaci

Lo rivela Marcelli: "Dopo la riunione con Ghinelli, scrisse che non si candidava più. Sono in difficoltà: lo conosco, ma sto con Chiassai"

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di Lucia Bigozzi

L’imbarazzo di Claudio Marcelli da Pieve Santo Stefano è quello di un sindaco civico nella Valtiberina governata dal centrodestra da dove un altro sindaco civico, Alessandro Polcri, ha cominciato la cavalcata verso la Provincia. "Sono in difficoltà, da un lato conosco Polcri, dall’altro c’è una persona che ha dimostrato di fare. Io guardo alle opere realizzate da Silvia Chiassai in questi anni e confermo che per noi Polcri non è il candidato alla Provincia". Cita l’accordo sulla Tiberina bis e tira un sospiro di sollievo: "Cominciamo a risolvere il problema. Al di là delle chiacchiere sulla Casa dei Comuni e la democrazia dal basso, a Pieve la Provincia si è dimostrata la vera Casa dei Comuni e ha affrontato un problema non solo della Valtiberina ma dell’Italia centrale". Proprio Marcelli era stato indicato dal sindaco ribelle di Anghiari come il "vicino di casa" che al tavolo degli amministratori aveva alzato il pollice per Silvia Chiassai, non per lui, come invece avrebbero fatto gli altri colleghi della Valtiberina. Su come è andata a quel tavolo dove si confrontavano due idee di Provincia, Marcelli rivela: "Il sindaco Ghinelli è stato chiarissimo e ha chiesto a Chiassai e Polcri se avrebbero accettato il risultato della riunione qualunque fosse stato; entrambi hanno detto di sì e alla fine ha prevalso Chiassai. Poi, nella chat dei sindaci della Valtiberina Polcri ha scritto: ho deciso di non candidarmi più", spiega Marcelli che conserva il messaggio.

Dalla Valtiberina alla Valdichiana. Mario Agnelli da Castiglion Fiorentino vive un altro tipo di imbarazzo: "Al tavolo dei sindaci dove pensavo di sedere accanto a colleghi convintamente nel centrodestra, ho scoperto che c’èra un sindaco che forse stava già facendo accordi con la sinistra". Il campo politico e l’appartenenza, sono il "mantra" dello schema Agnelli che non ha digerito la mossa di Polcri: "Sono da sempre nel centrodestra, senza tentennamenti, ho già detto e ribadisco che il candidato è Silvia Chiassai, proprio perchè io sono per il bianco o per il nero, mai per il grigio". Sul nodo della rotazione territoriale rivendicato da Polcri alla guida dell’ente, Agnelli va giù duro: "Rifuggo ogni logica di bieca spartizione basata sulla rotazione di questo ruolo, anche forte dell’incontro dei sindaci di centrodestra e respingo la logica che un presidente della Provincia debba rappresentare meglio una vallata, piuttosto che un’altra, in base alla provenienza". Agnelli aveva sollecitato i colleghi "a parlare in maniera chiara" e nell’operazione anti-Chiassai individua il meccanismo delle convergenze parallele. "Va oltre l’imbarazzo il ruolo esercitato dal Pd che senza propri candidati, pare orientato a sostenere quello scartato dal centrodestra".

Ne ha anche per Renzi e la legge sulle Province: "Elezioni in cui votano solo gli eletti nei comuni, sono un’autentica schifezza; il risultato di un tentativo abortito di riforma approvata dal governo Renzi che esclude la volontà popolare dando campo libero ai peggiori inciuci della politica".