Province, Chiassai sfida Giani: "Dice sì alla riforma? Cominci lui"

La presidente chiede al governatore d’accordo con la proposta Calderoli di dimostrarlo con i fatti "Restituisca le funzioni e ci permetta di amministrare il territorio: dall’agricoltura a lavoro e turismo"

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di Lucia Bigozzi

A Firenze il presidente della Regione Eugenio Giani dice sì alla riforma Calderoli sulle Province: "Mi trovo d’accordo, magari occorre tenere snella la capacità di governo invece di ripercorrere giunte con dieci assessori, ne bastano due o tre intorno ad un presidente che possa essere eletto". Un ritorno alle origini seppure corretto, che per Giani "aiuterebbe molto il ruolo di programmazione che svolge la Regione perché nonostante il mio impegno che mi porta ad essere presente in tutti e 273 comuni toscani, è molto difficile esserlo con dedizione costante. Avere avere un ente intermedio come la Provincia anche per la Regione è positivo".

Ad Arezzo la presidente della Provincia Silvia Chiassai, in corsa per la riconferma alla guida dell’ente sotto le insegne del centrodestra, tuona: "Meglio tardi che mai. Sono anni che lo stiamo chiedendo in tutte le sedi preposte, dopo il disastro provocato dalla Del Rio, una legge assurda voluta dal Pd di Giani con l’obiettivo di depotenziare le Province a scapito delle comunità e dei territori, con l’unico scopo di dare ancora più potere e soldi alle Regioni". Di qui la sollecitazione: "Se è così d’accordo, cominci a restituire alle Province toscane, le funzioni che la Regione ha tenuto per sé in maniera più restrittiva rispetto alle altre Regioni del nord, applicando alla lettera una normativa sbagliata e bocciata dai cittadini".

Il primo passo è "permettere alla Provincia di tornare ad amministrare pienamente il territorio e non come lui sostiene di limitarsi ad aiutare la Regione in un ruolo di programmazione", incalza Chiassai nella doppia veste di sindaco e presidente della Provincia: "Ogni giorno tocco con mano quanto le nostre comunità vivano pesanti conseguenze a seguito dell’allontanamento dal territorio provinciale di funzioni importanti come l’agricoltura, la caccia e la pesca, con tutte gli effetti drammatici sulle colture per la prolificazione incontrollata della fauna selvatica, ma anche la perdita della promozione del territorio, turismo, cultura, formazione e lavoro, che non possono essere gestite da un ente troppo lontano e inerme".

Al governatore toscano, Chiassai suggerisce di "non militarsi alle dichiarazioni ma agisca con una proposta concreta di riordino delle Province toscane che può benissimo realizzare già nel 2023, riassegnando le deleghe più utili ai comuni, insieme naturalmente a risorse e personale adeguato". Il ruolo delle Province è il tema che anima il dibattito politico e sta nei piani del governo Meloni. E la declinazione toscana, per ora, è il botta e risposta della presidente della Provincia di Arezzo al presidente della Regione. Vedremo se ci saranno sviluppi.