Profumo di ripartenza, mille imprese in più

Il report della Camera di Commercio: il saldo con le cessazioni è nettamente positivo. Ma pesano gli aiuti del governo. Le incertezze

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di Dory d’Anzeo

Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa. Quelli riguardanti il tasso di nascita e mortalità delle imprese in provincia parlano di una graduale ripresa della fiducia, ma non invitano a stappare bottiglie di champagne. Nei primi sei mesi 2021 sono nate 1054 nuove imprese, 212 in più (il 25,2%) rispetto allo stesso periodo dello scorso. Le cessazioni, invece, calano: 842, il 16% in meno. Per la prima volta da tre anni, il dato torna in positivo ma non basta a colmare la flessione dei semestri precedenti: se a giugno si contavano 36900 imprese, nello stesso periodo dello scorso anno erano 37164.

Parla di ‘ritorno alla fiducia’ la presidente della Camera di Commercio, Anna Lapini: "La ripresa della natalità è da collegare a un miglioramento del clima di fiducia, tuttavia restano elementi di incertezza legati alla pandemia". Ci sono due dati che, secondo Marco Randellini segretario generale camerale, destano preoccupazione, su cancellazioni e numero di addetti: "Il dato sulle cancellazioni, non negativo, è molto condizionato dalle misure di sostegno messe in campo dal Governo. Questo porta a pensare che ci sia una fetta di imprese che, in assenza di aiuti, avrebbe già cessato l’attività. Sul fronte occupazione, diminuiscono sia gli addetti nelle imprese (-4,9%), sia quelli delle varie localizzazioni aziendali (- 4,7%)".

La ripresa c’è, dunque, ma è presto per cantare vittoria, non è detto che il peggio sia alle spalle. Analizzando ancora più nel dettaglio la situazione demografica, si può vedere come le imprese femminili siano in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo 2020: rosa rappresentano attualmente il 23,6% del totale delle imprese con una distribuzione più elevata nel commercio, nell’agricoltura e nel manifatturiero.

Bene le imprese giovanili, nel primo semestre di quest’anno ne sono nate 293 e ne sono state chiuse solo 68, più di una nuova attività su quattro è costituita da under 35. Crescono anche le imprese straniere, cioè quelle in cui la partecipazione di persone non nate in Italia è superiore al 50%: sono cresciute del 5,1%, arrivando a toccare quota 4.514. Le imprese individuali fanno la parte del leone, sono più di 19 mila, seguono le società di capitali, più di 10 mila, società di persone, 6 mila circa.

Quanto ai settori che ‘trainano’ la ripresa, cresce il comparto dei servizi, calano agricoltura, commercio, manifatturiero, trasporti e servizi immobiliari. Evidentemente grazie agli incentivi statali, il settore costruzioni sta gradualmente riprendendo campo, dopo anni di crisi profonda.