Privati, i tempi appesi ai dati

D’Urso: "Verso il centro chirurgico secondo la crescita dell’epidemia"

"Di sicuro stiamo lavorando per aumentare i posti letto Covid al San Donato: e questo su tutto il fronte, dalle malattie infettive alla pneumologia alla terapia intensiva". Antonio D’Urso, nel piazzale scaldato da un sole a contrasto con il gelo di queste ore, rilancia la strategia della Usl contro l’epidemia. Sullo fondo dello scenario che lui stesso aveva anticipato a La Nazione nelle ultime ore.

E la sponda con i privati? "Il Centro Chirurgico è un partner importante e riconosciuto da anni della sanità pubblica e con il quale un dialogo è aperto alla luce della collaborazione di aprile". Dunque conferma lo scenario e frena sui tempi."Tutto dipende da come il San Donato dovrà rispondere all’impatto dell’epidemia". E questo dipende dai dati. Quelli in impennata libera degli ultimi giorni avevano accelerato il confronto con il Centro Chirurgico, o meglio con i privati accreditati. Prima il tutto esaurito in rianimazione, poi la crescita dei ricoveri nell’area Covid aveva chiaramente spinto la sanità pubblica a predisporre una risposta a tono. Ed è una risposta pronta a scattare, anche se la linea di partenza per ora non è scritta nero su bianco. Lo è sul filo di quello che lo stesso D’Urso indica come punto di riferimento: il numero dei casi. I trecento e passa di giovedì, quelli di ieri sono una variabile che di per sè, almeno sul piano logico, non può non accelerare tutta l’operazione.

Operazione della quale a precisa richiesta D’Urso indica la cornice. Non arrivare ad un trasferimento complessivo delle chirurgie come era successo a marzo. Mantenere al San Donato l’oncologia, l’emergenza e gli interventi in robotica. Una limitazione che in sostanza conferma la possibile richiesta ai privati: il resto della chirurgia, ovviamente dove non sia possibile rinviarla.

Di fatto la macchina è partita. Perché l’ampliamento dei posti di terapia intensiva passa dalle sale operatorie. "Ne abbiamo attrezzate tre per ampliare la risposta di rianimazione" conferma D’Urso. E quindi c’è una fascia di interventi che comunque dovrebbe essere garantita altrimenti? "Non necessariamente – risponde al suo fianco la direttrice del San Donato Barbara Innocenti, pacata come sempre perfino nella bufera – perché ci può essere modo di rimodulare le sale modificandole gli orari e abbiamo il resto della rete ospedaliera pronto".

Quindi dalla Gruccia a Bibbiena, dalla Fratta a Sansepolcro, non a caso utilizzati anche a primavera per integrare la risposta dell’ospedale centrale, anche allora affiancata sia dal centro chirurgico che dalla San Giuseppe. "Stiamo attraversando un momento straordinario – commenta D’Urso – e che richiede risposte straordinarie. Dal tracciamento che abbiamo potenziato con 20 operatori in più sette giorni su sette ai laboratori impegnati a processare i tamponi fino alla punta dei reparti Covid".

Accoglie l’offerta del sindaco di nuove forze ("ma pronti a interagire con i positivi in isolamento non solo con domande ma anche dando delle risposte") e sottolinea anche la delicatezza della situazione nelle Rsa. "Ancora una volta è lì che vivono le persone più fragili". Anche se al suo fianco Barbara Innocenti ricorda, che c’è una crescita di ricoveri senza patologie particolari alle spalle. Insomma, l’età media resta intorno ai 65 anni ma non solo gli anziani si ritrovano a combattere con le polmoniti Covid. E capisci che è anche questo a mettere le ali all’ospedale.

Alberto Pierini