Primo morto al S.Donato, era qui da Siena: 17 casi, superata quota cento, c'è una bambina

Il totale sale a 109 ma anche stavolta la Regione ne indica 124. A Terranuova due positivi alla Casa della Salute, controlli sui colleghi. Bibbiena tra malati e attesa dei tamponi

Pronto soccorso

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Arezzo, 21 marzo 2020 - E' una delle giornate dai grandi numeri nello sviluppo del contagio. 17 casi accertati alla mezzanotte di giovedì.E che portano il totale oltre quota cento, per l’esattezza a 109. Un’esattezza che come al solito si infrange sui numeri forniti dalla Regione, che stavolta ne indica 124.

Una forbice che non si chiude e della quale prima o poi ameremmo scoprire la causa. Come sempre ci fidiamo dei dati Asl, vicini al territorio e tutti dotati di nomi e cognomi, sia pur off records.

C’è anche una vittima, la prima di coronavirus al San Donato: ha 89 anni, non è il primo aretino, perché è uno dei pazienti che era stato assegnato qui dal senese, da Piancastagnaio. Tra l’altro un volontario storico della Misericordia, pianto con amarezza dal suo paese. La fine arriva durante la notte.

Un brivido, l’ennesimo di una giornata perfino dura da raccontare. Dei diciassette casi otto sono del Valdarno: tra cui una bambina di otto anni. A Terranuova due positivi alla Casa della Salute. Erano già a domicilio in isolamento cautelativo. Già partiti i test sui colleghi . Saranno messi in isolamento solo i contatti stretti. Sempre a Terranuova risulta una coppia di coniugi.

E ci sono due casi a San Giovanni tra cui il parente di un’infermiera della Gruccia. Ce ne sono altri tre a Montevarchi, scopriremo se collegati alla Gruccia. E il quinto di Bucine. Ad Arezzo sono tre, anzi 4 perché uno è di fuori regione, tutti a domicilio.

In Casentino sono cinque. Due sono familiari dei precedenti casi di Pratovecchio, uno è di Castel Focognano, altri due di Bibbiena, uno dei quali ricoverato. Bibbiena che oggi aspetta l’esito dei tamponi legati al caso nel suo ospedale.

Mentre arrivano i nuovi casi di ieri: a Sestino, ma di nuovo nella fascia di territorio a ridosso di Badia, a San Giovanni, il primo di Capolona, un settantenne che non era in quarantena e che vive in paese. Non si conosce ancora quale sia stata la fonte del suo contagio, un altro motivo di analisi per il servizio che si occupa di ricostruire i possibili contatti per poi chiedere isolamenti e quarantene.