"Prescrizione? L'ultima beffa": morte di Martina, la rabbia di papà Bruno

Volevano violentarla e lei cadde da un balcone in Spagna, uno dei due reati è già prescritto. «Dove è la giustizia? Così non pagherà nessuno»

Bruno Rossi all'uscita dopo la sentenza

Bruno Rossi all'uscita dopo la sentenza

Arezzo, 29 novembre 2019 - Sempre la prescrizione, l’ammazzasentenze di tanti, troppi processi. Anche di quello per la morte di Martina Rossi, la studentessa precipitata dal balcone di un grande albergo di Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. La morte come conseguenza di altro reato, uno dei due capi di imputazione (l’altro è il tentato stupro) per cui erano stati condannati due ragazzi aretini di 27 anni, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, ha stabilito ieri la Corte d’Appello di Firenze, è estinto. Non più punibile. Tre anni in meno su sei, in caso di conferma della condanna.

E i genitori di Martina? Papà Bruno e mamma Franca che ne pensate? Nella migliore delle ipotesi per voi si va verso una pena dimezzata. «È una beffa – risponde papà Bruno –, un’autentica beffa. Per nostra figlia ormai non si può fare più niente, ma almeno vorremmo che i responsabili pagassero con una pena adeguata. Ora non c’è nemmeno quella"

Un dolore che si rinnova... «È come all’ergastolo – dice mamma Franca Murialdo –, un fine pena che non ci sarà mai e che riguarda solo noi. Quello che ci ha tenuto in piedi finora è stata la ricerca di un po’ di giustizia. Quanto al resto, per noi è già finito tutto».

Eppure il ricordo di Martina rimane, fortissimo. «Lei – replica il padre – è sempre sulle spalle del suo papà. Il dolore per noi cresce ogni giorno».

Un complicatissimo caso internazionale. «Il nostro, quello di Regeni... situazioni che si ripetono. Possibile che lo Stato italiano debba pagare gli errori della giustizia spagnola? Serve più chiarezza nei rapporti fra Stati».

E non è detto che le sorprese per i genitori siano finite qui. Ieri, alla prima udienza del processo d’appello si è presentato per la prima volta Luca Vanneschi, uno dei due imputati che avevano sempre disertato l’aula. Non è un caso: il giovane era pronto a fare dichiarazioni spontanee, a questo punto rinviate di dieci mesi, al prossimo appuntamento, il 25 settembre 2020.

Dirà quasi certamente che lui non ha visto niente di quanto è successo a Martina perché dormiva. In quel caso, la tentata violenza di gruppo per la quale sono stati condannati i due ragazzi (altri tre anni) e che è punibile fino al 2021 potrebbe essere derubricata a violenza individuale del solo Albertoni. E sarebbe prescritta anche quella perché il termine di otto anni e mezzo scade il 9 dicembre.