Precipita e muore a trent'anni, tragica fine di un consulente con il parapendio

Ha perso il controllo del mezzo, l'incidente in provincia di Lecco. Aveva studiato a Firenze. Era appassionato della montagna e delle immersioni

Lorenzo Bruni

Lorenzo Bruni

Arezzo, 24 giugno 2019 - In gergo tecnico si chiama “prendere una chiusura” e a dirlo non fa nemmeno tanta paura, ma chi pratica il parapendio non ci scherza perché sa che quando la vela si chiude, questo significa “la chiusa”, si può anche morire perché il volo si trasforma in caduta libera. E’ proprio quello che è accaduto ieri a Lorenzo Bruni, 31 anni nato ad Arezzo, ma dal novembre dell’anno scorso trasferitosi per lavoro a Milano.

Il giovane professionista lavorava per la Deloitte Italia, specializzata in consulenze e servizi alle imprese, ma le sue passioni erano la montagna e lo sport. Stando alle prime scarne informazioni, Lorenzo aveva studiato nelle scuole superiori cittadine e poi aveva frequentato l’università a Firenze, laureandosi in economia nel 2013 e poi in statistica nel 2016.

Poi la grande occasione di lavoro a Milano, presso una delle principali aziende di consulenza come la Deloitte. Iscritto al Cai fin da ragazzo (ad Arezzo aveva conservato qualche conoscenza), negli ultimi anni era diventato un appassionato di volo a vela, tanto da prendere il brevetto di parapendio a Poggio Bustone, in provincia di Rieti.

La passione per il volo nonl’ha abbandonato neppure dopo essersi trasferito a Milano, anzi la vicinanza della città alle montagne gli ha dato modo di dedicarsi alla sua passione. Dopo aver trascorso l’inverno ad allenarsi in palestra Lorenzo Bruni si è informato sul posto migliore dove riprendere a volare. Alla fine la sua scelta è caduta sull’Alpe del Giumello, dove ogni weekend centinaia di appassionati si lanciano nel vuoto con la vela, sfruttando le termiche che li portano in quota fino a sorvolare dall’alto il lago e le montagne.

Una vista impagabile, “da paradiso” come ha scritto Lorenzo sul suo profilo social corredandolo di foto che lo ritrae in volo. La pagina Facebook di Bruni trabocca del resto delle sue passioni: il parapendio e anche le montagne, con le immagini del Sasso di Simone e della Croce del Pratomagno. IERI però qualcosa deve essere andato storto,

Lorenzo era arrivato da Milano con la voglia di trascorrere un pomeriggio nei cieli della Brianza, era sereno sul bus navetta fino all’alpe e si è buttato con tutti gli altri. L’ultima volta che l’hanno visto vivo mancavano pochi minuti alle 15 e stava volando molto vicino a un pendio in una zona dov’è pericoloso avventurarsi per via delle termiche, le correnti di aria calda, che seguonola parete e rendonol’aria turbolenta.

L’hanno visto prendere una chiusura con l’ala che si chiudeva e lui che veniva sbalzato contro il pendio. Quando accade nel cielo aperto per salvarsi occorrono sangue freddo e velocità nel tirare le corde e riaprire l’ala, Lorenzo non ha avuto il tempo ed è precipitato sulle rocce sottostanti: trenta metri di volo che gli sono stati fatali