"Pos obbligatorio? Abbattiamo le spese"

Catiuscia Fei, vice direttrice di Confcommercio: "Non siamo contro i pagamenti elettronici ma le commissioni sono troppo alte"

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di Gaia Papi

È scattato giovedì l’obbligo dei Pos e le sanzioni per i commercianti, gli artigiani e professionisti che non consentiranno ai loro clienti di fare pagamenti con carte e bancomat. Sono evidenti le preoccupazioni delle associazioni di settore e in particolare dei tabaccai che chiedono un esonero.

"L’entrata in vigore della norma che introduce le sanzioni in caso di mancato utilizzo del Pos rischia di tradurre il provvedimento in costi insostenibili per le imprese più piccole, specie a conduzione familiare, commenta con preoccupazione Margherita Maniscalchi, presidente provinciale Assotabaccai Confesercenti Arezzo, ma annullerebbe lo stesso principio condivisibile alla base delle sanzioni per alcune tipologie di impresa: la lotta all’evasione fiscale, tramite l’obbligo di accettazione di pagamenti con carta e bancomat, è un controsenso nel caso delle tabaccherie che sono, infatti, concessionarie dello Stato".

"Ben venga, dunque, - continua Margherita Maniscalchi - il contrasto all’economia sommersa attraverso l’incentivo della moneta elettronica, ma non bisogna dimenticare che i gestori di tabaccheriericevitorie sono operatori economici per conto dello Stato. Chiediamo quindi l’esclusione delle tabaccheriericevitorie dall’obbligo di pagamento con moneta elettronica per quanto riguarda i generi di monopolio. Si tratta di una misura inopportuna e che rischia, inoltre, di aumentare gli oneri, a volte più alti dello stesso margine di guadagno".

Lacune nel provvedimento sono colte anche da Confcommercio. "Non siamo contrari ai pagamenti elettronici, ma l’operazione messa in piedi dal Governo per favorirli ha un punto critico: non è stata presa alcuna decisione sostanziale sull’abbattimento delle commissioni e dei costi a carico di consumatori e imprese" spiega Catiuscia Fei, vice direttrice di Confcommercio Arezzo.È ormai indubbio che il mercato stia andando oggi nella direzione di utilizzo quasi esclusivo dei pagamenti elettronici, i quali offrono vantaggi sia in termini di efficienza che di sicurezza.

Ma "come Confcommercio abbiamo chiesto a più riprese di prevedere la gratuità dei cosiddetti micropagamenti, pensiamo all’euro e 10 di un caffè, e di potenziare lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente. Puntare asimmetricamente sulle sanzioni non giova affatto ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti, anzi colpisce i soliti noti: le imprese già gravate da tante difficoltà.". Le nuove regole previste dall’ultimo decreto Pnrr per chi rifiuta il pagamento elettronico prevedono sanzione di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione.

"Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese" conclude Catiuscia Fei.

Sanzioni in città ancora non sono state elevate. Non sono ancora arrivate segnalazioni alla polizia municipale da parte di clienti ai quali è stato rifiutato il pagamento elettronico. "Nel 99% dei casi funziona così, con la chiamata da parte dell’utente" spiega il comandante Poponcini. "Nel resto dei casi spetterà ai nostri agenti in borghese eseguire dei servizi mirati".