Portone sfondato durante la movida violenta

Un altro sabato di ’paura’ per i residenti del centro tra schiamazzi, urina e bottiglie spaccate. Berbeglia: "Devo chiedere permesso per tornare a casa"

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di Silvia Bardi

Un tonfo, un portone sfondato, la porta a vetri in frantumi. Il solito sabato. L’ennesima denuncia. Verrà presentata questa mattina al comando dei vigili urbani di Arezzo. La cronaca di un’altra serata dove giovani in balia dell’alcol si divertono a vandalizzare il centro. Stesse dinamiche, stesse strade, stessi branchi di ragazzi che oltre a sciamare urlanti se hanno bisogno di un bagno, non trovandolo, la fanno su garage, muri, portoni. Ma vanno anche oltre. Sabato sera intorno alle 23, all’improvviso un gran fracasso. La chat dei residenti del centro storico che hanno costituito il comitato "Spazi al centro" si anima, partono i primi messaggi, se qualcuno ha sentito, se qualcuno sa cosa è successo.

Questa volta è toccato a Lucia La Greca che si è trovata il portone sfondato e la porta a vetri, che stava dietro, in frantumi, in via del Saracino, a due passi da Piazza della Badia,il ritrovo preferito di giovani e giovanissimi. Il resto è cronaca di tutti i fine settimana: chiazze di vomito, pipì, buste del supermercato con dentro bottiglie di liquori vuote, bicchieri di plastica e cannucce sparse ovunque. Parte la chiamata ai vigili urbani: "Siamo in sciopero - è la risposta - chiamate polizia o carabinieri". Fatto: "Abbiamo una pattuglia sola ed è fuori per un incidente. Vi richiameremo appena possibile". I residenti sono stanchi di chiamare, di denunciare, di chiedere incontri con assessori, prefetto, questore, vigili anche se cercano di collaborare: "Siamo rassegnati. Nessuno ascolta, nessuno interviene, nessuno dà risposte. Stilano protocolli ma chi li rispetta? Non sappiamo più che fare. Cominciamo ad aver paura a uscire".

Tre settimane fa un altro rumore fragoroso, quando è stato fracassato il lunotto posteriore dell’auto del titolare di un B&B di via Cavour. Probabilmente con i pali in ghisa che delimitano i marciapiedi: sradicarli è diventato un gioco. Ma dopo la denuncia, il silenzio. Un copione che si ripete ogni week end, anche nelle sere d’inverno. Il pomeriggio aprono i locali e servono da bere. "Ne ho trovati tanti sdraiati davanti al mio portone alle otto di sera - ammette Simonetta Berbeglia - e devo pure chiedere scusa e permesso per entrare in casa. Escono in gruppi, si ammassano nessuno ha la mascherina". Chi non vuole spendere, beve a basso costo facendo la spesa per tutti al supermercato, poi il gruppo va al Prato o al parcheggio Cadorna o a Piazza del Popolo o sotto le mura. "Una battaglia persa - racconta Francesca Mirizio del Comitato - sabato ci ho provato a brontolare un ragazzo che la stava facendo sul portone, mi ha riposto che la prossima volta me la farà sul garage". E’ la solita zona maledetta: via del Saracino, via Saffi, vicolo del Marcianello, via Carducci, via Cesalpino. E’ il solito problema di locali che non hanno il bagno e di bagni pubblici che non ci sono. Lo sfogo è inevitabile: "L’amministrazione, il sindaco, gli assessori dove sono?".