Pionta, partono i ricorsi al riesame: "Vanno scarcerati, è modica quantità"

I legali puntano sul fatto che la reiterazione del reato era comunque legata a pochi grammi di droga: ma il quadro descritto dal Gip va nella direzione opposta

Le trattative riprese al Pionta

Le trattative riprese al Pionta

Arezzo, 22 maggio 2019 - A dieci giorni dalla convalida dei 30 arresti, 25 dei quali sono stati convertiti in ordinanze di custodia cautelare (Il Gip Piergiorgio Ponticelli ha letto il suo dispositivo all’una e mezzo di notte di due sabati fa), partono i primi ricorsi al tribunale del Riesame. Tra essi ci sono i nove presentati dall’avvocato Alessandro Mori, il legale che difende il maggior numero di accusati (in tutto sono dodici nigeriani, cinque gambiani, quattro ivoriani, due ghanesi, un senegalese, un marocchino e un guineano).

La linea è sostanzialmente quella di chiedere la derubricazione del reato dal primo comma (quello che comporta bene da sei anni in sù) al quinto comma, che significherebbe quasi automaticamente la scarcerazione di coloro che dovessero vederselo riconoscere. Il presupposto giuridico sta in alcune sentenze della Cassazione secondo le quali lo spaccio anche reiterato, se le cessioni sono di pochi grammi, possono rientrare all’interno del quinto comma.

Una linea sulla quale non è affatto d’accordo il giudice Ponticelli nella sua ordinanza: «L’appartenenza degli spacciatori al medesimo contesto etnico e culturale, la suddivisione del territorio, il sistema di condivisione degli intenti, il mutuo soccorso nell’occultamento della droga sono gli elementi strettamente indicativi di come il fenomeno manifesti un livello di offensività tale da non poter essere fatto rientrare nell’ambito applicativo dello spaccio di lieve entità».

La battaglia si gioca tutta adesso davanti ai giudici del Riesame, magistrati che ragionano su un terreno di puro diritto, con una minore conoscenza dei fatti concreti e della difficile realtà del Pionta e delle altre zone di spaccio. L’udienza dovrà svolgersi entro dieci giorni dal ricevimento dei ricorsi. Le motivazioni dei difensori per ora sono ancora in bianco, saranno esplicitate in aula.