Persi nella trappola della 71: giorno da incubo, code infinite nella strada chiusa

Il cantiere a Ceciliano blocca la città a nord: in tilt via Emilia, Tarlati, la tangenziale, la Setteponti. E i lavori alla Catona aggravano il quadro. Il racconto dall'auto

Le code sulla 71 e nelle strade intorno

Le code sulla 71 e nelle strade intorno

Arezzo, 11 gennaio 2020 - Una bolgia dantesca, l’incubo del traffico che si colpo si trasforma in incredibile realtà. Il cantiere della Provincia all’altezza di Ceciliano ha infatti creato un ingorgo senza precedenti, bloccando l’intera città a nord e imprigionando migliaia di automobilisti in un budello senza uscita. Complice anche la disorganizzazione totale con cui i lavori sono stati programmati; l’avviso è arrivato solo un giorno prima, la segnaletica era del tutto inadeguata.

All’imbocco di viale Santa Margherita un solo minuscolo cartello che genericamente indicava «rallentamenti a Ceciliano». In realtà la strada era chiusa alla rotatoria di Biscotto e tutte le auto venivano dirottate sulla tangenziale, anch’essa diventata impercorribile. Allo stesso tempo nella principale strada alternativa per chi volesse andare in direzione Casentino, o viceversa, ovvero quella della Catona, c’era un altro cantiere all’opera, con un corposo tratto di senso unico alternato regolato da un semaforo.

Così la massa di auto dirottata in direzione Tregozzano-Chiassa Superiore ha trovato un altro devastante tappo che ha aggravato la già drammatica situazione. Risultato: gigantesca coda con inizio in via Emilia, rotatoria di San Clemente intasata, via Tarlati in tilt, la Catona immersa nei sacramenti degli automobilisti infuriati, tangenziale bloccata fino alla rotatoria del Magnifico e pure la Setteponti presa d’assalto per chi disperatamente cercava di aprirsi un varco.

Chi scrive è testimone diretto di un disastro che poteva e doveva essere evitato con un minimo di informazione, organizzazione e coordinamento in più, considerando che nel tratto interessato ai lavori circolano di media ventottomila veicoli al giorno. Da Arezzo a Subbiano il tempo di percorrenza è stato di quasi un’ora e mezzo, complici le situazioni anomale che nella bolgia vengono a crearsi.

Dopo aver imboccato viale Santa Margherita, l’arrivo alla rotatoria di Biscotto è facile, ma qui gli addetti ti fanno deviare sulla tengenziale. Poche decine di metri e la fila si ferma. Passano dieci minuti, ne passano venti e siano sempre fermi: è successo che un paio d’auto e uno scooter si sono urtati e l’incidente ha bloccato tutto. Finalmente la fila si muove, la rotatoria del Magnifico è raggiunta con grandi sacrifici, ma ora si tratta di svoltare sulla Setteponti per guadagnare la via delle cave, arrivare a Campoluci e poi a Giovi.

Ma ancora una volta il traffico è in tilt, dopo più di un quarto d’ora ecco il Maspino, però la coda rimane implacabile e ti inchioda. Il motivo? Un altro incidente poco prima della rotatoria che porta alla via delle cave, oppure a Castiglion Fibocchi.

Col traffico a rilento si è verificato infatti un altro, prevedibile inghippo: un tamponamento a catena che ha coinvolto tre auto. E’ l’ultimo ostacolo. La strada torna libera e la meta è a portata di mano. Ma rimane la domanda: è possibile sbagliare tutto in questo modo?