"Perquisito ma non c'entro": Ceccarelli con Dindalini nell'inchiesta sulla gara del Tpl

«Induzione alla corruzione», loro negano L’ex assessore avrebbe sollecitato un subappalto dai francesi per Tiemme, fonti della difesa: impossibile, è vietato dalla legge

Assessore Vincenzo Ceccarelli

Assessore Vincenzo Ceccarelli

Arezzo, 7 maggio 2021 - Lo hanno tirato giù dal letto alle sette di mattina, con un decreto di perquisizione firmato dal procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e dal Pm Antonino Nastasi: articolo 319 quater del codice penale, formalmente «induzione indebita a dare o promettere utilità», di solito tradotto volgarmente in induzione alla corruzione, sia pure in questo caso nella sola forma del tentativo.

Quando Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in Regione, ma soprattutto ex assessore toscano ai trasporti, si è riavuto dalla sorpresa, i finanzieri fiorentini stavano già perquisendo la sua abitazione. «Con grande professionalità e correttezza», dice adesso il potente politico casentinese in una nota, il che non toglie che si siano presi l’hard-disk del computer, ne abbiano fatto una copia e lo abbiano poi restituito.

Quindi, la perquisizione, sempre Ceccarelli presente, si è spostata a Firenze, Palazzo Panciatichi, sede della Regione, ufficio del capogruppo. E per finire la giornata gli uomini delle Fiamme Gialle hanno perquisito anche, presso la sede di via Guido Monaco, il presidente di Tiemme Massimiliano Dindalini e il direttore Piero Sassoli, pure loro indagati per concorso nello stesso reato.

Ma cosa c’è dietro questo petardone esploso all’improvviso con grande rumore e bisognerà vedere in seguito se con altrettanta sostanza? Una coda della storia infinita della gara d’appalto per il trasporto pubblico regionale, quella vinta dai francesi di Autolinee Toscane sul consorzio Mobit di cui faceva parte anche Tiemme, la stessa che è già costata un avviso di garanzia per turbativa d’asta all’ex governatore Enrico Rossi, stesso filone, stessi Pm.

Degli indagati di adesso, recita il decreto di perquisizione, che «contattarono Bruno Lombardi, presidente di Autolinee Toscane, chiedendo espressamente di subappaltare a Tiemme alcuni servizi (come a prefigurarne una condizione di contratto) e di salvaguardare il territorio di Arezzo, collegio nel quale Ceccarelli si sarebbe candidato alle Regionali».

Tradotto dal giuridichese, in alcune occasioni, fra cui, sempre secondo i Pm, una cena ai primi del 2020, Ceccarelli avrebbe chiesto ai vincitori della gara di cedere alcuni servizi sotto forma di subappalto a Tiemme, in modo da tutelare il suo collegio elettorale aretino. L’ex assessore non parla se non per dirsi fiducioso nela magistratura e sicuro della sua correttezza, ma fonti della difesa sottolineano come così si imputa a un politico di fare politica difendendo il territorio che lo vota. Il suappalto a un concorrente, si dice, è vietato dalla legge, come avrebbe potuto chiederlo Ceccarelli? Al massimo c’è stata una sollecitazione a valorizzare le risorse della ditta che stava perdendo il servizio.

Quanto alla cena, le stesse fonti dicono che non c’è mai stata, così come Dindalini e Sassoli negano di avervi partecipato. C’è un di più, però. Ci sarebbe stato un sollecito perchè presidente e direttore di Tiemme venissero assunti armi e bagagli al gruppo dei francesi vincitori. Loro non solo negano ma dicono di avere anche le prove documentali del contrario.

Il mandato a contattare i francesi, spiegano le difese (fra i quali l’avvocato Roberto Alboni), Dindalini e Sassoli lo ebbero dall’assemblea di Tiemme del gennaio 2020, gli incontri ci furono e fu Lombardi a invitare i due per un incarico in Autolinee Toscane, cosa che loro si sarebbero persino rifiutati di considerare per il «conflitto di interessi». La prova, spiegano, sta nero su bianco nel verbale dell’assemblea di Tiemme svoltasi nell’aprile 2020.

Carte che sono state consegnate ai finanzieri nel corso della perquisizione in via Guido Monaco, durante la quale a Dindalini è stato sequestrato il cellulare, mentre il suo Pc è stato solo controllato. Inutile dire che siamo in una fase assolutamente preliminare in cui tutto è possibile. Uno sviluppo delle indagini come una richiesta d’archiviazione. Impossibile dirlo finchè non si capiranno le carte nel taschino dei Pm