Passaggi a livello, quasi tabula rasa

Sulla ferrovia minore ridotti da 185 a 40: ma niente da fare con i blocchi di via Fiorentina, Pescaiola e multisala

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Fa più rumore un passaggio a livello che viene eliminato o quelli che restano a bloccare il traffico? Il dubbio è lecito. Perché da una parte in particolare la Tft, la società che gestisce il mitico Trenino del Casentino e non solo, sta portando al termine un’operazione quasi da tabula rasa. L’eliminazione di un numero record di passaggi a livello, o se preferite "sbarre".

Altri quattro salteranno a breve nella zona di San Giuliano e delle Poggiola e in località Capannine. Passaggi giudicati aperti ma che tali non sono, non sono da tempo: ormai si tratta di tutti passaggi a livello automatici con le barriere, le misure di sicurezza sono rigide in casa Tft. Di croci di Sant’Andrea non se ne parla più. E in ogni caso l’operazione è anche legata proprio alle nuove regole, al distanziamento dei treni, che nella ferrovia minore sono ormai a livello di Trenitalia.

Un’operazione da goccia cinese. I passaggi a livello erano più di 185 all’inizio degli anni ’90, a questo punto sono meno di quaranta. Una dieta drastica, di quelle che lasciano poco al caso. Un’operazione che da una parte ha una ricaduta sulla sicurezza del trasporto ferroviario e dall’altra sulla scorrevolezza delle strade e del traffico.

Ma che non potrà mai essere portata fino in fondo. Motivo? Semplice: ci sono passaggi a livello che non potranno mai essere rimossi. E sono proprio quelli che sul traffico cittadino hanno un peso maggiore.

Il primo e più impegnativo è quello di via Fiorentina. Anni fa c’era stato uno studio proprio per verificare se potessero esserci le condizioni di eliminarlo: il vantaggio sarebbe notevole per la vita del quartiere. Ma la vicinanza delle case, gli spazio stretti lo escludono, come ci confermano anche dal Comune: sempre che il tempo non porti consiglio.

Altro snodo delicatissimo: quello di Pescaiola, in fondo a via Alessandro dal Borro, con a fianco gli spazi e le palazzine tecniche della ferrovia minore. Qua gli spazi sarebbero più ampi ma le possibilità di intervento sembrano al lumicino, quasi come in via Fiorentina.

Terzo punto critico quello sulla Setteponti, per capirci a pochi metri dalla multisala. Forse fra tutti quello che ha maggiore possibilità di intervento: intorno aziende, tra cui la ex Konz, locali pubblici, distributori. Ma anche i campi e delle aree di sfogo non indifferenti. E’ chiaro che il metodo da seguire è quanto mai scontato: quello dei sottopassi, oneroso sul piano economico ma l’unico che possa compendiare le doppie esigenze del traffico e della circolazione ferroviaria.

E’ esattamente quello che sarà fatto proprio a San Giuliano, due coppie di passaggi a livello e due sottopassi, a ridosso del raccordo, che passa a poche decine di metri dalla strada interna. Ma se anche l’operazione "tabula rasa" non dovesse essere mai estesa ai grandi passaggi a livello che incrociano la circolazione in città, la campagna non si ferma qui. Operativa su tutto il percorso, che si estende da un lato fino a Stia e dall’altro fino a Sinalunga, sul tratto della Valdichiana. Di qui a qualche anno altri i progetti di rimozione ai quali si sta lavorando e che sono destinati a trasformare anche il colpo d’occhio di alcune delle nostre strade. Forse facendo poco rumore ma lasciando una traccia non da poco sul fronte della sicurezza.

Alberto Pierini