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Pasqualini, la partita più difficile . L’ex amaranto lotta per la vita ascoltando l’inno del Bologna

Ha giocato nell’ Arezzo e non solo, è anche commentatore televisivo e radiofonico non solo di sport. Nella stanza delle Scotte il primo sussulto dopo il coma: "Ha alzato il braccio ascoltando la canzone rossoblù" .

Pasqualini, la partita più difficile . L’ex amaranto lotta per la vita ascoltando l’inno del Bologna

di Gaia Papi

AREZZO

"Che se poi esiste la felicità, chi ti dice che non passi anche di qua". Nella stanza de Le Scotte di Siena risuonano le note dell’inno del Bologna. Le sta facendo ascoltare a suo padre Mila, figlia dell’ex amaranto Mauro Pasqualini, in coma da lunedì. E’ un attimo e Mauro alza un braccio, lo agita. "Dopo giorni di immobilismo babbo ha cominciato a muovere il braccio con forza. Lo ha alzato, quasi volesse fare un saluto alla sua squadra, e ha cominciato ad agitarlo. E’ stata un’emozione enorme, indescrivibile". Un barlume di speranza in queste ore difficilissime.

Da quando Mauro è stato colpito da un’emorragia celebrale. Da quel momento è in coma farmacologico. Le sue condizioni sono gravi, ma ieri sera risultavano stazionarie. Tutto è accaduto in una manciata di secondi; gli stessi con i quali Mauro per anni ha macinato metri sul campo di gioco. Un’ala dalla grande velocità e dal cuore immenso. Lo stesso che adesso lo sta aiutando nella difficile battaglia tra la vita e la morte. L’ex calciatore, 76 anni, si trova ricoverato all’ospedale Le Scotte di Siena dopo essere stato soccorso, vicino alla sua abitazione a Foiano, a seguito di un malore. Mauro era di ritorno dal canile di Lucignano. Da anni è volontario e tutti le mattine, alle sette, raggiungeva i suoi amici a quattro zampe. Una passione per gli animali, seconda forse solo a quella per il calcio, mai tramontata. Cresciuto nelle giovanili del Bologna, passò in prima squadra nel 1966/67. Prestato al Catania in serie B per un anno, tornò al Bologna nel 1968/69. Nonostante diversi e importanti infortuni che ne limitarono la carriera, giocò anche nel Cesena (promosso in serie A nel 1972/73), ad Arezzo, a Livorno e Monza dove chiuse proprio a causa dell’ennesimo infortunio nel 1975 ancora molto giovane. Pasqualini partecipò anche alla tournée americana del 1972 e in quell’occasione ebbe modo di incontrare il Santos del fuoriclasse Pelé.

Pasqualini giocò talmente bene al punto di attirare l’attenzione di "O Rei" che volle donargli la propria maglia. "Un cimelio dall’immenso valore. Per il timore che me la portassero via, feci la doccia post partita tenendola stretta in mano" ha raccontato più volte. Mauro ha un cuore grande, lo ricordano tutti così. Lo dimostrò anche quando donò quella maglia a favore di una bambina di Foiano. In seguito Pasqualini ritornò in possesso della cara e preziosa numero dieci e decise di donarla nuovamente in beneficenza al suo comune di nascita, Crevalcore, colpito dal terremoto nel 2012. Pasqualini è ormai un aretino d’adozione, qui si è sposato e ha deciso di vivere, mai allontanandosi dalla sua Arezzo, squadra del cuore insieme al Bologna. In questi giorni sono tantissimi i messaggi di vicinanza all’ex calciatore, "Non sapevo che fosse così amato, non lo immaginavo" racconta la figlia Mila. "L’emorragia alla testa è molto importante, ma le analisi stanno dicendo che il suo cuore batte, batte forte. E’ un guerriero".