Parco Giotto, un'estate senza bar. Il Comune rilancia: "Ci vuole un ristorante"

L'ultima gestione ha riconsegnato le chiavi prima della scadenza, il locale non è remunerativo. E il caso finisce in giunta

La zona del bar al Parco Giotto

La zona del bar al Parco Giotto

Arezzo, 22 maggio 2018 - È il polmone della zona Giotto ma nell’estate che sta per iniziare chi vorrà rinfrescarsi con una bibita o con un gelato dovrà farlo uscendo dai cancelli. Il bar del parco Pertini, infatti, è stato «abbandonato», nel senso che chi aveva la gestione dal 2013 fino al 2019 ha riconsegnato in anticipo la concessione nelle mani del Comune di Arezzo, titolare dell’immobile, senza neppure riuscire a rivenderla.

Considerando i tempi necessari per mettere a punto un nuovo bando e portarlo a termine, significa che nella bella stagione bambini e nonni (i primi frequentatori dell’area verde di viale Giotto) non potranno dissetarsi e rifocillarsi, se non andando a cercare uno dei bar che si trovano intorno al perimetro del giardino pubblico. La domanda, dicevano una volta in tivù, sorge spontanea: come mai il bar in un parco che è tornato a essere frequentato non risulta remunerativo, tanto che si tratta dell’ennesima gestione degli ultimi anni costretta ad alzare bandiera bianca?

Da una parte c’è di certo il canone di concessione che in un momento economico come quello attuale non è uno scherzo: i gestori che si sono aggiudicati l’asta si sono impegnati a pagare al Comune circa 1800 euro al mese. Il che significa che ogni giorno l’incasso dei primi 60 caffè prende la strada di Palazzo Cavallo. Dall’altro c’è la stagionalità del locale: sostenere un canone da quasi 19 mila euro all’anno, Iva esclusa, risulta proibitivo, considerando che nei mesi più freddi il giro d’affari è destinato a crollare.

Cosa fare dunque per garantire ai frequentatori del parco un punto di ristoro e anche dei bagni pubblici, visto che quelli vicini al bar, legati alla concessione, resteranno chiusi? L’assessore al commercio del Comune Marcello Comanducci un’idea ce l’avrebbe: «Ne abbiamo parlato in giunta, anche perché una situazione del tutto simile si sta verificando al bar del nuovo tribunale chiuso da qualche mese. Credo che vadano ripensati i termini della concessione: siamo già al quarto quinto gestore che si tira indietro.

Non dobbiamo aver fretta di riproporre un bando secondo le condizioni di quelli precedenti. Io proporrò di concedere anche la possibilità di fare ristorazione, oltre alle attività del bar tradizionale. Credo che sia l’unico modo per rendere più remunerativo il locale e incentivare nuovi gestori a investire».