Martina Rossi, il sollievo del padre: "Papà è triste ma giustizia è fatta"

Il sollievo di Bruno: "Non ritrovo mia figlia, la verità sì". Durissima la moglie: "Non hanno avuto pietà di lei"

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di Alberto Pierini

AREZZO

"Ora posso dire a Martina che suo papà è triste perchè lei non c’è. Ma è anche soddisfatto perché il nostro Paese riesce a fare giustizia". Si presenta così davanti ai giornalisti Bruno Rossi: anzi, papà Bruno. Con gli occhi frastornati di chi ancora non riesce a credere di aver vinto la sua battaglia. E un po’ come se le energie lo avessero abbandonato di colpo, un metro dopo il traguardo. "Non ci deve essere più nessuno che possa permettersi di far del male a una donna e passarla liscia" riparte però subito dopo, con la forza del vecchio sindacalista, capace di trasformare la vicenda personale in un messaggio pubblico.

Al suo fianco la moglie Franca, si tengono per mano, escono insieme dall’aula, insieme salgono sul taxi da cui parte il loro ritorno a Genova. Si tengono per mano ma stavolta non per ritrovare la carica. Ma quasi in un abbraccio esteso alla figlia. "Non sono da solo, porto lei sulle spalle" ha sempre detto, in ogni passaggio del processo. Ed è con lei che si presenta anche nel giorno del destino, con un sussurro. "Martina, il tuo papà è triste, ma..."

Erano rimasti tutto il giorno in aula, dopo aver salito le scale di pietra del "palazzaccio", in una Roma distratta ma anche teatro di una manifestazione per Martina. Erano rimasti in attesa dell’ultimo atto, con il timore che il tritacarne del tempo mandasse in prescrizione la loro ultima speranza.

E invece arriva il verdetto tanto atteso. Davanti al quale anche mamma Franca rompe il silenzio. "Finalmente la verità, anche se quello che ha sofferto Martina non lo può cancellare nessuno". Come lui, di qua l’emozione della sentenza, di là il dolore della scomparsa, il loro compagno di strada. Ora Franca può permettersi di dire quello che forse per scaramanzia non aveva detto prima. "Quando ho letto la sentenza d’appello bis ho pensato che faceva onore alla verità: ecco, è vero, lo conferma la Cassazione".

Ha in mente solo la figlia e non potrebbe che essere così. Ma al tempo stesso non resiste alla tentazione di dedicare uno sguardo a quei due giovani. E il tono è tagliente. "Non hanno avuto pietà di lei": è l’accusa più pesante che da sempre hanno spedito verso Castiglion Fibocchi. E Bruno poco dopo il processo insiste. "Non avremo un ottavo o un nono processo, stavolta è finita davvero. Ma che cattiveria abbiamo assaggiato". E con la testa vola alla notte della tragedia. "Chissà cosa volevano fare: lei era una ragazza che voleva solo vivere. Loro chissà cosa cercavano, due belinati" esclama in dialetto genovese, con uno di quegli epiteti che qui avrebbe tutt’altro colore. Ha seguito passo passo l’udienza. "Sempre le stesse cose, le stesse falsità: Coppi ci ha provato ed è stato perfino bravo ma avrebbe dovuto cambiare il diritto". E dal dolore estrae una battuta folgorante: "Per una volta ha vinto Bartali".

Al loro fianco come sempre l’avvocato Luca Fanfani. "E’ una gioia enorme restituire la serenità a questi genitori, la soddisfazione professionale più grande della mia vita, Sono cresciuto in questo processo, anni di battaglie. Ma veder respingere panzane come quella del suicido è impagabile". E sottolinea l’aspetto più gratificante. "I ricorsi sono stati giudicati inammissibili: e la Cassazione ha chiuso il verdetto in meno di due ore". Bruno e Franca viaggiano verso Genova, "Siamo più sereni, tutta Italia sa cosa è successo: e ha capito chi fosse Martina".