Panno, sospesi i licenziamenti Il giudice concede altri 30 giorni

La delegata ai fallimenti del Tribunale di Prato Raffaella Brogi ha accolto l’istanza della Cgil sulla procedura. Il sindacalista Mugnai: "Passaggio fondamentale, ora gli imprenditori interessati lo dimostrino coi fatti"

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di Lucia Bigozzi

Un mese in più. La vertenza sul Panno Casentino guadagna tenpo prezioso e allontana la procedura dei licenziamenti per i 18 lavoratori dello stabilimento di Soci. I macchinari avrebbero dovuto fermarsi il 30 settembre ma da ieri la nuova dead line è fissata al 19 ottobre. Trenta giorni che rappresentano ossigeno in una vicenda che sembra camminare sul binario giusto e fa leva sulla forte mobilitazione a livello territoriale, istituzionale, politica e sindacale. Con in mezzo il passaggio strategico del tavolo di crisi aperto in Regione, il passo di lato del Gruppo Aruba e quello avanti dell’azienda laniera pratese Bellandi che ha confermato l’interesse all’acquisizione di stabile e macchinari.

E’ proprio la mobilitazione compatta attorno alla vertenza sul Panno, il tasto sul quale ieri ha spinto Alessandro Mugnai, responsabile del tessile-moda di Cgil, davanti al giudice Raffaella Brogi motivando l’istanza per la sospensione dei licenziamenti. Il giudice del Tribunale di Prato delegata ai fallimenti, ha accolto la richiesta del sindacato, anche in considerazione del fatto che dal curatore fallimentare Mariani, è arrivato il disco verde. Trenta giorni sono un tempo largo e stretto insieme, dipende da quale punto di vista si osserva, ma in questa vicenda rappresentano "ossigeno per arrivare alla sintesi definitiva, la via di uscita alla quale stiamo tutti lavorando, ciascuno nel proprio ruolo", commenta Mugnai che porta a Soci un risultato importante. Da un lato sulla continuità produttiva e dall’altro sulla trattativa per mettere nero su bianco, l’interesse annunciato dagli imprenditori. Il riferimento corre a Bellandi ma anche ad Aruba che negli auspici di sindacati e istituzioni (Regione compresa) potrebbe condividere un progetto sul complesso dello stabilimento - non necessariamente legato al Panno - per ridare slancio e nuove opportunità di crescita all’economia della vallata, buona parte della quale ruota attorno alla lavorazione del tradizionale tessuto a riccioli.

"Senza derogare alle proprie funzioni, il giudice Brogi ha dimostrato una forte sensibilità e accolto la richiesta del rinvio. E’ stato compreso che lo scenario è mutato rispetto ai mesi scorsi perchè la Regione ha aperto il tavolo di crisi e c’è un forte coinvolgimento del territorio. E’ un punto di svolta molto importante ma ora bisogna chiudere il cerchio verificando tutte le disponibilità emerse", aggiunge Mugnai e il messaggio va in due direzioni: a Prato, Gruppo Bellandi - il maggior cliente dello stabilimento di Soci con ordini che coprono circa il 70 per cento del fatturato - e a Soci, destinatario il Gruppo Aruba. A questo punto, sono loro i due soggetti che dovranno confrontarsi e capire come impostare cessione e acquisizione, fanno intendere dallo stabilimento di Soci dove i lavoratori hanno accolto il rinvio dei lincenziamenti con "gioia, è un passaggio fondamentale perchè significa avere un mese in più di speranza, affinchè la burocrazia consenta di chiudere la vicenda", commenta Roberto Malossi amministratore unico della fabbrica casentinese.

Ma se una nuvola nera si allontana, almeno per un mese, sopra la frabbrica se ne addensa un’altra, non meno minacciosa: porta la tempesta dei rincari energetici "più che raddoppiati da marzo ad agosto", e i primi effetti sugli ordini: "Abbiamo dovuto rivedere i listini ma i clienti che prima li avevano accettati, ora non hanno più margine a causa delle bollette che a loro volta si ritrovano a dover pagare. Altri ordini sono stati congelati in attesa del famigerato tetto al prezzo dell’energia.- E’ una questione che ci spaventa". Comincia un nuovo conto alla rovescia per la sopravvivenza del Panno e di chi lo produce, ma ora l’orizzonte è più largo.