Panfilo, fuoriserie e conti all'estero da 1,5 milioni: ma dichiarava dai 7 ai 70 mila euro

Super-evasore snidato dalla Finanza coi soldi tra Montecarlo e Bahamas. Tradito da un estratto conto in tasca. Ha "conciliato" col fisco pagando 400 mila euro

Aveva una barca di 18 metri

Aveva una barca di 18 metri

Arezzo, 17 ottobre 2018 - La prova provata gliena hanno trovata nel portafogli: un estratto conto della Banca Rothschild delle Bahamas a suo nome. Il resto è venuto dalla rogatorie internazionali disposte dal Pm Andrea Claudiani su movimenti di denaro estero su estero che partivano da Londra per arrivare a Montecarlo e Malta.

Messo dinanzi all’evidenza, un consulente aziendale aretino, già dirigente di Eutelia e lambito dalla relativa inchiesta, non ha potuto più negare, ammettendo i due conti nei paradisi fiscali, alle Bahamas appunto e nel principato di Monaco (banca Hsbc), nei quali conservava capitali per un milione e mezzo. Totalmente nascosti al fisco, ovviamente.

Con denunce dei redditi che negli ultimi anni non avevano mai superato i 70 mila euro e qualche volta si erano fermati addirittura a 7 mila, roba quasi da reddito di cittadinanza. In compenso, il protagonista di questa storia di ordinaria evasione, non si negava il piacere di viaggiare in Maserati e di tenere ormeggiata nel porto di Marina di Grosseto una barca da 16 metri, quasi un panfilo sostanzialmente.

Quando lo hanno preso in castagna, il consulente aziendale, che ancora si occupa di telefonia e in particolare di numeri premium, quelli che fecero la fortuna di Eutelia a suo tempo, non si è scomposto. Ha infilato la porta dell’agenzia delle entrate e si affrettato a compilare un concordato con adesione, nel quale ammette di aver giocato a nascondino con le tasse e se la cava con una sanzione pari a un terzo del minimo previsto dalla legge: nel caso specifico 400 mila euro.

Gli è andata persino male, spiega qualche esperto di diritto tributario. Avesse aderito a suo tempo alla prima voluntary disclosure, la misura varata a suo tempo dal governo per far rientrare i capitali all’estero, se la sarebbe cavata con il 2,5 per cento: 30 mila euro per far la pace col fisco che ora gli è costata quindici volte di più. Comunque sia, anche così ha evitato ogni tipo di conseguenza penale: il reato, infatti, scatta superata la soglia dell’omessa denuncia di 150 mila euro in un anno.

E in questo caso la procura non era in grado di stabilire quanto tempo ci fosse voluto per portare all’estero i famosi 1,5 milioni. I guai del consulente, aretino doc, erano cominciati quando la Finanza, un anno e mezzo fa, gli aveva messo gli occhi addosso per la sproporzione fra quanto dichiarava al fisco e il suo tenore di vita. Come fa uno che denuncia al massimo 70 mila euro a mantenere la Maserati?

Poi è bastato andare a gettare uno sguardo sul profilo Facebook per scoprire che lì erano postate le foto del protagonista in barca. Indiscutibilmente sua, visto che porta il nome di gente di famiglia. A seguire l’accesso domiciliare (la perquisizione, sempre ordinata dal Pm ma per motivi fiscali) con la scoperta del foglietto spiegazzato dell’estratto conto alle Bahamas e le rogatorie internazionali.

Quando il consulente aveva bisogno di denaro fresco fatturava una prestazione professionale a un prestanome e faceva rientrare in Italia, lecitamente, una parte del suo capitale. Peccato solo per l’estratto conto nel portafogli. Senza quello chissà se la Finanza sarebbe mai venuta a capo di un altro maxi-evasore.