Palpeggia la cognata: condannato per violenza sessuale

Si era innamorato non ricambiato della moglie del fratello: prova a spingersi più in là e scatta la denuncia. A giudizio ha avuto un anno e nove mesi

Tribunale

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Arezzo, 15 maggio 2019 - Su di lui gravava una pesante accusa mossa, peraltro, da una familiare. In tribunale c’era finito per rispondere di violenza sessuale e ne è uscito con la condanna a un anno e nove mesi perché il collegio dei giudici ha creduto alle tesi della cognata e lo ha condannato. Si era invaghito della donna sbagliata, la moglie del fratello. E da quel giorno aveva iniziato a corteggiarla, con una certa insistenza, fino ad un gesto improvviso, quanto inaspettato: le aveva palpeggiato il seno.

E’ quanto la donna ha denunciato qualche tempo fa, quando i due, entrambi quarantenni, abitavano con le proprie famiglie ancora a Camucia. Un palpeggiamento, un gesto che la donna non avrebbe affatto voluto e gradito, stando alla tesi dell’accusa, tanto da spingerla a sporgere denuncia nei confronti del cognato, trascinandolo in tribunale.

Nel corso del processo lui non ha mai ammesso la violenza sessuale, perché in questo, secondo l’ordinamento giuridico, rientra il palpeggiamento all’insaputa della persona destinataria. Non ha mai negato, invece, di essersi invaghito della donna, e questo non sarebbe certo un reato, almeno davanti ad un giudice. Il pensiero del fratello e le questioni familiari, ovviamente, sono ben altra cosa.

Fatto sta che ieri nel tribunale di Arezzo il collegio dei giudici, composto da Giulia Soldini, Ada Grignani e Claudio Lara, ha condannato l’uomo, assistito dall’avvocato Fabrizio Betti, ad un anno e nove mesi. Hanno creduto alla tesi che la donna porta avanti da tempo.

Una pena severa, comunque diminuita rispetto a quanto aveva richiesto il pm, due e anni e mezzo. Ieri in tribunale, in occasione della sentenza, erano presenti entrambi i protagonisti della storia, l’uomo e la cognata, al momento residenti a Castiglion del Lago. Seduti nella solita aula, se pur lontani.

La donna ha vinto la sua battaglia, dopo anni di passati nelle aule. Di fronte alla severa sentenza, invece, il quarantenne ha ribadito ancora una volta la sua estraneità ai fatti, non le avrebbe mai palpeggiato il seno. E’ quanto non si è mai stancato di ripetere durante questi anni di processo. Nemmeno una volta, invece, si è sognato di rinnegare il suo innamoramento per la donna, se pur sbagliata.