Ospizio horror? "Chiedo scusa a tutti: di notte eravamo sole con 18 anziani"

Fabiana Proietti, una delle operatrici sotto accusa, risponde al Gip e poi si sfoga inTv. "Nessuna giustificazione, eravamo sotto stress". Foto da Arezzo Tv

Fabiana Proietti (da Arezzo Tv)

Fabiana Proietti (da Arezzo Tv)

Arezzo, 21 aprile 2018 - Parla davanti al microfono, «siamo tutte provate, non ci sono giustificazioni per quello che abbiamo fatto». E’ una delle operatrici sanitarie comparse ieri mattina davanti al Gip Giampiero Borraccia per l’interrogatorio di garanzia. In sei sono arrivate a palazzo di giustizia con i rispettivi avvocati, tre di loro hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Le altre tre, invece, hanno preferito non tirarsi indietro, ribadendo al giudice il loro pentimento, la vergogna per le violenze contro gli anziani ospiti della casa di riposo di Strada, il dispiacere per gli insulti scaraventati in piena faccia a inferme ultranovantenni, nessuna delle quali aveva la possibilità di opporre la benché minima resistenza.

A parlare senza reticenze sono state Patrizia La Lumia, 54 anni, Elena Moneti, 45 anni, e Francesca Proietti, 51 anni, tutte residenti in Casentino. Bocche cucite, invece, da parte della sessantenne Donatella Albertoni, di Silvana Carnevali, 54 anni, e di Michele Venturini, 41 anni, quest’ultimo indagato e interdetto in relazione a un solo episodio. Scelte di strategia processuale, ovviamente, su cui niente si può eccepire. Il senso di ciò che è stato detto al giudice è più o meno lo stesso dei concetti espressi da Francesca Proietti, una delle operatrici, ai microfoni di Arezzo Tv.

«Chiedo scusa a tutti, alle famiglie e principalmente agli anziani». Non ci sono alibi o giustificazioni di sorta, insiste Proietti che però aggiunge: «Stanche? Eravamo stanche sì. Doppi turni, struttura fatiscente, nessun tipo di controllo. Di notte eravamo sole, una persona sola con diciotto pazienti». Insomma, quasi una chiamata di correo per la cooperativa che dava loro lavoro fino alla misura interdittiva contenuta nell’ordinanza firmata dal Gip Borraccia.

Riassumendo: condizioni al limite che nel tempo avrebbero protato a uno stato di esasperazione di alcuni dipendenti (non di tutti ovviamente) tra i quali nessun infermiere professionale. Proprio sull’organizzazione della «Casa albergo per anziani» di Strada si è soffermato il giudice che ha voluto capire come andassero le cose lì dentro. Due soltanto gli infermieri professionali attivi nella struttura per alcune ore al giorno mentre gli operatori sanitari, i coiddetti Oss, erano tre per ogni turno e uno soltanto nel corso della notte, come confermato dalla stessa Proietti. Nessuna opposizione sarebbe stata presentata dagli avvocati della difesa alle misure cautelari contenute nell’ordinanza.