Ospedali, altri positivi tra Gruccia, Bibbiena e San Donato: tamponi a colleghi e pazienti

Dottori, infermieri, oss: scattano i controlli per contenere le conseguenze. Tra i contagiati anche due ragazzini di sei e nove anni. Le giunte esconio dalla quarantena

Un laboratorio di analisi dei tamponi Covid-19

Un laboratorio di analisi dei tamponi Covid-19

Arezzo, 3 aprile 2020 - Un altro dolce rimasto di traverso, un’altra bottiglia di spumante che rischia di sapere di tappo. In Valdarno ad essere contagiato era stato un giovane, assunto e tradito dal virus al secondo giorno di lavoro. A Bibbiena una ventenne: qualche turno in più lo ha fatto, l’avevano presa come oss all’inizio del mese scorso. Ma il finale è stato identico: il tampone positivo, le cure, la quarantena.

Grazie al virus tante forze nuove sono state immesse nella sanità: ma anche loro finiscono fatalmente in balìa di un contagio che tra medici e infermieri colpisce duro. Ieri è stata un’altra giornata sotto attacco, il virus sta facendo di tutto pur di infilarsi al di là della fortezza dei reparti. Un caso, e non sarà l’unico, c’è al S.Donato: un infermiere di pneumologia. E’ il reparto che fa squadra con i due in trincea contro il nemico, malattie infettive e terapia intensiva.

E’ una delle situazioni nelle quali il cuore della «Maginot» è stato minacciato da vicino. Poi proprio Bibbiena. La nostra giovane operatrice sanitaria era, e speriamo ci possa tornare al più presto, era a Medicina. C’era stato, ricorderete, un paziente positivo, e per questo l’intero reparto era stato «passato» ai tamponi.L’unico positivo è stato il suo, ed è scattata la quarantena: in casa, non ha sintomi particolari.

Ma basta e avanza per spingere il sindaco Filippo Bagnoli a ripartire all’attacco: chiede da giorni tamponi su tutto il personale. Intanto verranno ripetuti sugli operatori del reparto, perché il nemico è insidioso e non sempre si manifesta al primo colpo. Il resto fa parte della trattativa che ogni sindaco intreccia con l’azienda. Il cui filo più tormentato è a Montevarchi.

Per la vicenda della Rsa ma a questo punto anche per l’ultima novità alla Gruccia: una dottoressa positiva, anche lei a Medicina. Aveva fatto un primo tampone il 30 marzo: non sentiva più l’odore e il sapore delle cose. E sapeva che questo è uno dei sintomi più importanti. Ha ripetuto il test e stavolta il tampone ha detto sì’. I suoi pazienti sono sotto controllo dei medici di base.

Nel reparto tutti i colleghi dovranno sottoporsi alla prova del tampone. Il sindaco Chiassai chiede per la Gruccia autonomia proprio sul fronte dei tamponi. Raffica di test a Bibbiena dovrebbero essere in tutto 34, almeno altrettanti in Valdarno, immaginiamo non troppi meno al San Donato. E’ l’altra faccia del contagio al personale sanitario: innesca un «domino» infinito e che per qualche giorno rischia di rimettere in discussione gli equilibri di un reparto, anche se la risposta come sempre non manca. Ieri la lista dei casi è tornata lunga.

Ci sono due casi a Cortona, collegati a situazioni precedenti, 5 a C.Fiorentino: tra cui due bambini di sei e di nove anni. E quando il virus prende di mira i più piccoli fa male come quando imperversa tra gli anziani. Per fortuna che sempre a Castiglioni arriva la notizia più bella: la bimba di nove mesi sta meglio, è stata dimessa dal Meyer dove era ricoverata insieme alla mamma.

Non si esclude che anche gli ultimi casi siano collegati alla loro vicenda: e del resto sarebbero in tutto due o tre le famiglie colpite nella città del palio. Fioccano casi in Valdarno: Montevarchi, San Giovanni, Terranuova. Mentre Cavriglia ne scopre altri due, saranno nel report di oggi. Ad Arezzo altri due: un settantenne portato in malattie infettive, fa parte di quel 18% di casi che finiscono in ospedale. E un trentenne collegato alla vicenda di Agazzi.

Salute e malattia si inseguono tra le curve e nella vita. Nuovi guariti escono da terapia intensiva e da malattie infettive. A Badia Tedalda è tornato in Comune il sindaco Alberto Santucci, finora in «ritiro» come tutta la giunta. E oggi dovrebbe toccare a quella di Cavriglia, anche lei da una settimana impegnata a governare i paese tra i tinello e la cucina. Da anni la politica promette di uscire dal palazzo: ma forse non era proprio questo quello che intendeva.