Ospedale, Desideri rilancia: "Ottanta assunzioni, ecco le date"

Tra marzo e aprile un robusto rinforzo della parte infermieristica, concorsi dei medici banditi. "Dal mio arrivo il personale è aumentato in tutti i ruoli"

Enrico Desideri

Enrico Desideri

Arezzo, 20 febbraio 2019 - «Scontro? Ci mancherebbe: con i sindacati siamo alleati a favore dei lavoratori». Enrico Desideri è lui, è sempre lui: in barba a chi lo consideri con la testa solo verso la pensione. In pensione sta per andarci ma la linea resta quella: arrotondare ogni spigolo e rilanciare. «La nostra priorità è la stessa di Cgil, Cisl e Uil: avere personale competente e numericamente adeguato a garantire servizi di qualità al cittadino».

Il che non fa una piega, è come augurarsi di stare bene invece che male. Ma stavolta non si ferma qui: e davanti alla minaccia di sciopero sul tavolo replica non solo con i numeri ma anche con le date. Carta e penna? «Intanto entro la fine di marzo assumeremo i 21 interinali in più, comunque personale aggiuntivo. Entro aprile assumeremo 86 tra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici».

Pausa, quasi di regia. «E saranno tutti posti a tempo indeterminato». Quindi niente a che vedere con le 52 assunzioni annunciate l’altro ieri e che qualcuno aveva preso come un sagace contropiede sulla protesta sindacale. Perché quelle 52 erano tutte a tempo determinato. Non solo: c’è anche un’altra novità rispetto alle 52 di partenza. Quelle erano generiche, ancora non attribuibili ai tre lati dell’area vasta, che Desideri vorrebbe respirasse con un solo polmone ma che in realtà continua incessantemente ad essere l’unione di tre anime diverse.

Nel caso delle 86 nuove assunzioni quelle riferibili ad Arezzo saranno 26. Poi il fronte degli interinali si allarga. In vista ci sono 117 assunzioni: e di queste ben 47 dalle nostre parti. Peccato che non siano quelle definitive? Calma, Desideri non ha finito. Sul fronte dei medici è partita la richiesta ad Estar, il gigante dei bandi di concorso regionali, per assumere anestesisti, radiologi e medici di medicina interna, ginecologi, fisiatri e farmacisti. La conferma diretta che di vuoti ce ne sono e importanti? Lui non lo ha mai negato anche se poi sulle proporzioni e sui numeri tutto cambia.

E a questo punto, quasi anticipando il discorso di fine mandato, lancia sul tavolo le cifre: sorta di confronto a distanza tra il 2015 e il 2019, tra il Desideri entrante e il Desideri uscente. «Gli infermieri erano 3645 e oggi sono 3691: significa che con il mio mandato sono aumentati di 45 unità». Rispetto ad allora sono cambiate tante cose ma la sua linea è granitica. «La matematica non è un’opinione».

E avanti. «Gli operatori sociosanitari al mio arrivo erano 843, oggi sono 875: trentadue in più». Non fate la prova del nove, il calcolo torna. Calcolo quasi equilibristico sul piano dei medici. «Erano 1470 e ora sono 1471»: l’importante è muovere la classifica. I dati, sia chiaro, sono di area vasta, perché ormai lui ragiona con i confini larghi.

E ammette alcuni arretramenti: un calo di 37 amministrativi, e anche qui è una sofferenza che si tocca con mano, e un aumento di precari, anche se in valori assoluti limitato. Oltre alza le braccia. «In base alla legge dovrei ridurre gli organici rispetto al 2004 dell’1,45»: come dire accontentatevi, miracoli non ne faccio. Specie a dieci giorni dalla pensione