Oro Arezzo cresce, gli affari meno Il mercato frena, ansia tra gli stand

"Da due mesi è calata la spinta". Richieste? Più servizi e i big dei buyers. In mostra le borse che dividono Firenze

Oro Arezzo cresce, gli affari meno  Il mercato frena, ansia tra gli stand

Oro Arezzo cresce, gli affari meno Il mercato frena, ansia tra gli stand

di Alberto Pierini

È la mostra dell’oro e Graziella si toglie lo sfizio di mettere in vetrina anche le borse con Braccialini che hanno diviso Ponte Vecchio. "Per noi sono gioielli veri, non avremmo motivo di lasciarle a casa" risponde deciso Mauro Guidelli. Lì, nel cuore dell’expo che ha preso il largo sabato e dal quale cominciano ad arrivare i primi bilanci. Tra gli stand serpeggia più preoccupazione che trionfalismo. "Male, peggio dell’anno scorso" risponde Arkan, uno degli espositori turchi, il rappresentante di un mercato cresciuto nel tempo.

In giro in realtà il colpo d’occhio sembra migliore di quel 2022 che era stato vissuto dai protagonisti con l’amaro in bocca. In tanti stand i colloqui brulicano, ma è chiaro che tra la curiosità e la firma sotto un contratto ce ne corre. "Dei miglioramenti ci sono" risponde Davide Claudio, vicentino doc. "Ad esempio il padiglione aperto è una bella idea, è efficace". Ma il bilancio, pur del tutto provvisorio, non cambia. Lui e il suo collega Stefano Facco rimarcano la distanza dalla loro mostra, quella di Vicenza. "Ma non è campanilismo: anche noi abbiamo gravi problemi, forse c’è stata più capacità di reagire". Eppure... "Questo è un evento che negli anni è stato formidabile e la città è splendida: ma non ha ancora fatto il passo decisivo in avanti". In che direzione? "In particolare sui servizi, ad esempio i parcheggi ma non solo, anche sulla struttura espositiva".

Il resto rientra nel destino della data. Un anno fa troppo a ridosso, quest’anno? "Negli ultimi due mesi il mercato ha frenato, siamo rientrati in una zona più critica". Un rallentamento o una vera e propria frenata? Lo scopriremo a fine anno. Loro intanto te lo spiegano con un esempio. "Nel 2022 ci volevano sei mesi per le consegne, ora stiamo già facendo quelle di gennaio". La frenata è un trend ricorrente tra gli stand. "E’ evidente – ci conferma anche Ubaldo Schievano – e comunque mi piacerebbe ritrovare qui ad Arezzo il clima degli anni migliori". Pausa. "Ma sono convinto che ci arriveremo: noto una buona evoluzione già rispetto al 2022".

"Noi facciamo gioielleria, non è la nostra manifestazione di punta. Ma il problema non è nell’organizzazione dei padiglioni: è nel mercato. La frenata non è solo italiana, è in Europa. Il rimbalzo della guerra è pesante" ripartono Fabrizio Alessi e Pierpaolo Cervelli. "Se alla base la clientela si ferma, è un processo a catena". "Ci stiamo rimangiando l’espansione del 2022" commenta Luigi Floridi. "Va peggio di un anno fa e non dipende dalle fiere: ce ne sono tante".

Il cartellone con le date campeggia all’uscita dei padiglioni, quasi il gufo sulla spalliera di Oro Arezzo. Ma i buyers? "Ci sono ma non vedo i big, quelli che davvero hanno in mano le chiavi del mercato" sussurra Marco Gallori, la cui azienda è di Laterina. "Ma io sono un piccolo operatore, certe cose mi scavalcano". Ma alle spalle campeggia un numero 10, evidentemente il cammino arriva da lontano. Borse a parte, Graziella ci dà il ritmo delle grandi aziende. "E’ vero – conferma Guidelli – è una fase negativa, la flessione va avanti da due mesi. E anche qui i compratori non fioccano".

Eppure i padiglioni sono un’esplosione di pezzi, dai gioielli ai macchinari alle pietre preziose. Il settore mobilita un fiume di lavoro e creatività. Sullo sfondo dei globi d’oro di Beppe Angiolini e che brillano nell’atmosfera rarefatta dell’expo.