Ore 8, riaprono le scuole: la sfida dei trasporti, 40 bus in più contro gli affollamenti

L’altra novità sono i tutor alle fermate, volontari incaricati di sorvegliare i ragazzi. Un modello fortemente voluto da prefetto e dirigenti scolastici

Autobus affollati a Milano (Ansa)

Autobus affollati a Milano (Ansa)

Arezzo, 11n gennaio 2020 - E’ forse la principale scommessa sulla quale si gioca l’impervia corsa sul filo fra rischio della terza ondata Covid e speranza del vaccino. Si chiama trasporto pubblico degli studenti e da stamani, con il rientro in classe di 17 mila ragazzi delle superiori, entra nel vivo. A settembre, con la riapertura delle scuole, fu per parere quasi unanime una delle cause forti del ritorno di fiamma del virus, la cosiddetta seconda ondata.

E adesso? Si gioca tutto su una carta sola: il potenziamento dei bus, visto che l’altra variabile, lo sfalsamento degl orari delle lezioni si è rivelato un rebus irresolubile. Bastano più mezzi ad azzerare o quantomeno ridurre in maniera significativo i pericoli?

Certo, i doppi turni per come erano stati proposti dal presidente di Tiemme, Massimiliano Dindalini (due ore di differenza nell’inizio e quindi nella fine delle lezioni) o addirittura per come le aveva vagheggiate qualche preside (in classe chi di mattina e chi di pomeriggio) avrebbe contribuito molto di più (almeno in teoria) a spazzar via gli assembramenti dei ragazzi, ma tant’è: avrebbe richiesto mezzi economici e condizioni contrattuali (per il personale non docente delle scuole) che alla fine si sono rivelate impraticabili, nonostante la buona volontà con cui era partito il tavolo provinciale coordinato dal prefetto Anna Palombi.

Non resta dunque che puntare sull’altra variabile, quella dell’aumento dei bus, che in molte situazioni diventa raddoppio delle corse nelle ore di punta. Solo in provincia di Arezzo, alla partenza di oggi si presentano 46 mezzi in più, che poi si riducono a 15 sia perchè non tutti sono di Tiemme, che li ha noleggiati dalle varie società private di trasporto, ferme per il blocco del turismo e dei viaggi, sia perchè in molti casi siamo di fronte alla semplice conferma di corse che erano già state avviate a settembre e che adesso stavano per scadere.

Gli orari, invece, restano quelli di prima, concentrati tra le 7,30 e le 8,30 in entrata e tra le 12,30 e le 14 in uscita. Il rischio di sovraffollamento, di gruppi e gruppetti di ragazzi che si radunano prima e dopo le lezioni e tra i quali il virus può viaggiare per poi essere trasmesso in famiglia, insomma c’è.

L’aumento delle corse in queste due fasce critiche (stamani si riparte con le superiori in presenza al 50 per cento, mentre i bus sono calibrati per il 75, il che lascia un margine di sicurezza) vuole appunto contribuire a diluire gli assembramenti e i rischi. Il poco che si è potuto fare sul piano dell’inizio e della fine delle lezioni (spostamenti da dieci minuti a un massimo di mezz’ora) dà un minimo di sollievo ma sulla carta non pare risolutivo.

L’altra novità di oggi è quella dei volontari alle paline: tutor che si prendono l’impegno di sorvegliare le fermate, consigliando gli studenti ed eventualmente disperdendo gli assembramenti. Li hanno fortissimamente voluti la Provincia e i grandi Comuni, a cominciare dal capoluogo. Riusciranno davvero a tenere i ragazzi a distanza? Ce la faranno da soli a contenere l’esuberanza giovanile tipica dell’età? E’ un’altra scommessa, per quanto meno importante, di questo lunedì sotto la minaccia del maltempo e anche dei prossimi giorni.

Se funziona, lo si capirà nel giro di un paio di settimane, il tempo di incubazione del virus. Se non ci saranno impennate dei contagi in aggiunta a quelle provocate dagli affollamenti (pochi) del Natale, avrà ragione il prefetto Palombi che il modello l’ha voluto e sottoscritto, avranno ragione anche i dirigenti scolastici che hanno rappresentato al tavolo l’impossibilità di misure più radicali.

Altrimenti c’è il rischio concreto che si fermi tutto di nuovo, come a novembre. A quel punto resterebbe un solo scenario per la scuola in presenza: i doppi turni davvero