"Oncologia? Nessuna rotazione": Desideri corregge il tiro: "A ognuno il suo medico"

Il direttore frena: "Chi prenota sa chi trova". Però conferma un'organizzazione in rete e convoca un tavolo di confronto con l'intero reparto. Più trasferte di medici dalla provincia

Enrico Desideri

Enrico Desideri

Arezzo, 22 gennaio 2019 - La rotazione no, l’organizzazione in rete sì. E’ lì, in quella forbice curiosa tra il vocabolario e i suoi risvolti sanitari che si va ad incastrare per un giorno la la grande protesta di oncologia. Una protesta compatta, intorno alla quale pazienti e personale medico sono stati affiancati perfino dal Calcit. Parola d’ordine? Gli oncologi non possono ruotare da un ospedale all’altro, i medici hanno bisogno di un loro medico di riferimento. E così il direttore generale Enrico Desideri da lì parte.

«Il medico di riferimento è garantito a tutti i pazienti; abbiamo dieci medici in quel reparto, non ci saranno problemi». Sì, ma nei fatti se un medico mi va a Bibbiena e io non lo trovo? «Ogni paziente fissa un appuntamento con il medico che lo segue: e quando arriva sa sempre chi trova». Desideri entra nel merito operativo ma poi va ben oltre il comunicato di risposta alle ultime proteste. «Non ci sarà alcuna rotazione: le rotazioni sono possibili in altri tipi di lavoro, non in sanità». Una frenata rispetto alla delibera che stava partendo? Forse sì, sia pur parziale, e certe esperienze di Grosseto confermerebbero che un piano simile stava prendendo corpo.

Ma anche su questo Desideri insiste. «Non è niente più di quanto già non succeda: forse nel momento di mettere il tutto nero su bianco è scattato l’equivoco». Obiettivo? «Vogliamo che nessun paziente sia curato meno bene, tutti hanno gli stessi diritti. E vogliamo momenti di confronto tra i medici, coinvolgendo anche quelli degli ospedali più piccoli attraverso i gruppi oncologici multidisciplinari».

Sintesi? I «Gom», il cui suono è però quasi più inquietante di rotazione. «L’organizzazione in rete adottata dalla nostra Asl è il miglior presupposto per garantire la continuità assistenziale e la copertura di turni scoperti per ferie e malattia». Proviamo a trovare la quadra, lì dove nè la nota nè Desideri si spingono. I movimenti restano ma legati a malattie, ferie, assenze. Dai piccoli ospedali ci sarà forse qualche trasferta in più verso il San Donato per unificare e qualificare il percorso medico in tutta la Asl.

Ma siamo ancora ai primi passi. Perché di fronte alla sollevazione Desideri ha anche deciso un incontro con l’intero reparto. Tema: «Curare tutti nel miglior modo possibile come già stiamo facendo». Quindi considerando anche situazioni di emergenza del personale e da un capo all’altro della provincia: ma senza spostare i medici. E soprattutto senza ruotarli. Aiuto, chi ha pronunciato ancora quella parolaccia?