Oncologia, il Calcit rilancia la "crociata" . "Medici a rotazione? Grave errore"

Il presidente Sassoli è netto: "I pazienti hanno ragione, ognuno ha bisogno di un punto di riferimento, e anche i medici sono contrari al piano". Chiede alla Usl un passo indietro

CALCIT AL COPERTO_3783539_005127

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21 gennaio 2019 - E’ un ribelle con il sorriso sulle labbra, un «ragazzaccio» che sui punti fermi non molla mai. «Pazienti e medici sono tutti d’accordo: la rotazione a oncologia non conviene a nessuno. Possibile che siano tutti prevenuti?»: Il sorriso è quello di ordinanza e che tra l’altro lo accomuna al suo interlocutore naturale, il super direttore Asl Enrico Desideri. Ma dietro il sorriso Giancarlo Sassoli, presidente del Calcit, ha la solita volontà d’acciaio.

«Vi posso assicura che anche tra i medici c’è un fronte compatto: e allora non capisco la volontà di imporre a tutti i costi un’organizzazione che non convince nessuno». Il sorriso non è solo un imperativo: è anche una scelta di vita. «Non dico che la Asl debba di colpo rovesciare i suoi progetti: sono però convinto che su questo e su tanti altri aspetti ci si possa sedere ad un tavolo e trovare una soluzione condivisa».

Era stato proprio il Calcit a lanciare nei giorni scorsi il grido d’allarme. «Finché erano solo parole non mi sono mosso: ma ho capito che stavano partendo le delibere e allora meglio intervenire prima che le regole siano scritte nero su bianco». Il «nemico» resta quello: l’ipotesi di far girare gli oncologi da un ospedale all’altro. «Qui siamo in ambito di distretto, quindi gli spostamenti sarebbero tra Arezzo, Bibbiena e Sansepolcro». Ma tanto basta.

«I pazienti li capisco. Chi è malato spesso fatica a costruire un equilibrio per lottare e non arrendersi: e di quell’equilibrio fanno parte dei punti di riferimento». Non scontati ma spesso quasi. «Ognuno si abitua ad essere seguito da chi conosce la sua storia fino in fondo». Non solo. «Ogni oncologo ha anche una sua specializzazione: chi l’apparato digerente, chi quello riproduttivo e così via. Perché aggiungere un altro motivo di ansia?».

Domanda retorica. Scelta per risparmiare? «Mah, spero di no, vedo che assunzioni di medici continuano ad esserci. E’ un modello organizzativo». E’ chiaro che un medico non potrà mai essere di servizio tutti i giorni e H24. «Però una cosa è sostituire un professionista in caso di ferie o malattia e un’altra è impostare una rotazione tutto l’anno. No, mi pare che a prevalere sia il solito approccio da area vasta. A Grosseto pare funzioni, ma qui non lo puoi imporre».

Soluzioni? «Se il problema è quello delle sostituzioni si può fare su base volontaria, altri ospedali hanno creato la figura dei ‘jolly’ pronti a subentrare». Ma la Usl assicura che questo serve alla crescita professionale. «Mi sembra un falso problema, chi davvero vuole crescere segue altri percorsi». Intanto il reparto è uno dei tanti senza primario stabile. «Forse sette mesi fa un piano del genere non sarebbe spuntato» ipotizza Sassoli.

Che butta acqua sul fuoco delle altre proteste, di chi ancora rimpiange la vecchia palazzina. «Era un ambiente forse a misura d’uomo, nei due piani eri meno sotto i riflettori: ma in realtà il nuovo reparto, superata la criticità iniziale, ora è partito bene». Ribelle ma con il sorriso: fino in fondo.