Oltre 70 anni, malata: rimborsata di mezzo milione di euro per i bond Bpel

Maxi-risarcimento disposto dall'Anac: le avevano ritoccato il profilo per consentire l'investimento, come se lei non avesse solo la terza media

Banche, proteste in piazza

Banche, proteste in piazza

Arezzo, 20 febbraio 2019 - E’ il più grosso rimborso concesso dall’«Arbitro» Raffaele Cantone per le subordinate di Banca Etruria ridotte a un mucchietto di carta straccia. Da solo, con mezzo milione di ristoro per la protagonista, vale il 3 per cento dei 14 milioni e spiccioli che l’Anac, l’Autorità anticorruzione presieduta dal magistrato campano, ha liquidato a 495 risparmiatori, quelli che non erano rientrati nella prima procedura di restituzione all’80 per cento perchè andavano oltre i requisiti di reddito.

L’ha portato a casa una ultrasettantenne romana che è riuscita a dimostrare con il suo avvocato, Massimo Cerniglia, di essere stata ingannata al momento della sottoscrizione dei titoli. La storia rientra ormai in una casistica raccontata tante volte dai giornali e adesso anche al processo per truffa aggravata che è al rush finale in tribunale.

La signora, ormai in pensione, moglie di un ex funzionario di un ente pubblico, affetta da una maculopatia che le impedisce di vedere bene, viene convocata nel 2013, al momento dell’emissione delle due infornate di subordinate poi azzerate dal decreto Salvabanche, in un’agenzia di Banca Etruria del quartiere Prati, pieno centro della capitale. La convincono a disinvestire le obbligazioni che ha in portafoglio, dicendole che sono in scadenza, e a concentrare il 65 per cento delle sue disponibilità negli ormai famigerati titoli.

C’è un problema, però: lei ha un profilo di rischio medio, che non le consentirebbe di acquisire bond di rischio medio-alto. Ci pensa una manina, spiega il verdetto dell’Anac, che zac: in un attimo ritocca il Mifid a profilo medio-alto. E visto che ci siamo, qualcuno provvede anche a innalzare il titolo di studio: dalla terza media verso l’alto, in modo che la settantenne possa figurare come un’esperta conoscitrice di derivati.

Il resto è fin troppo facile da intuire: la disillusione quando le subordinate vanno in fumo, la lunga strada per essere rimborsati. La signora non rientra nei ristori automatici all’80 per cento. «E per fortuna - chiosa l’avvocato - altrimenti non avrebbe avuto diritto a vedersi restituire tutto».

Come è accaduto, ora che l’arbitrato di Cantone & C. è in dirittura di arrivo, ad altri 494 risparmiatori per un totale appunto di quasi 15 milioni. Le domande respinte o inammissibili sono state 93 per rimborsi negati di 2,5 milioni.

Da notare che la signora di Roma non ha mai pensato di far denuncia per truffa, al contrario dell’ingegnere di Rigutino, pensionato delle Fs, che è l’altro recordman delle perdite, anche lui con mezzo milione, poi rimborsati all’80 per cento. La sua storia l’ha raccontata al processo, in coda al quale è stato peraltro costretto a un’imbarazzante marcia indietro. Aveva detto che la firma sul Mifid non era sua, l’avvocato Luca Fanfani l’ha obbligato a ritrattare dopo la perizia calligrafica. Almeno lo scarabocchio era suo come i soldi persi. Circa 100 mila euro al netto del ristoro.