Nuovo vescovo, è fatta: Migliavacca verso la nomina, giovedì l'annuncio

Fontana convoca tutti in Cattedrale. Bocche cucite sul nome ma pare certo 55 anni, esperto di diritto canonico, una pastorale attenta ai giovani, molto attivo sui social

Il vescovo Migliavacca

Il vescovo Migliavacca

Arezzo, 13 settembre 2022 - La sera del suo insediamento a San Miniato prese i seminaristi sotto braccio e se li portò in birreria. Un po’ nello stile del Vescovo, allora, più giovane, in Italia, aveva appena 48 anni. E un po’ per una predisposizione quasi naturale nel rivolgersi ai giovani. Andrea Migliavacca farà lo stesso anche ad Arezzo? Prima di allertare le birrerie su piazza aspettiamo intanto l’annuncio ufficiale. Almeno quello una certezza: chiunque sarà prescelto a raccogliere l’eredità di Riccardo Fontana riceverà l’ultimo abbrivio giovedì a mezzogiorno.

In Cattedrale, naturalmente, la casa della Diocesi e la sede dei grandi annunci della chiesa aretina. La convocazione è arrivata ieri dallo stesso Fontana a tutti i parroci e a tutti i sacerdoti. Ma non è rivolta solo a loro: si parla di diaconi, ministri (naturalmente del culto), membri del sinodo e tutto il «popolo di Dio». Suona la campana a distesa per la diocesi: a otto mesi esatti dalla lettera con la quale il Vescovo aveva rassegnato le dimissioni al famoso compimento dei 75 anni di età.

Una staffetta al rallentatore, forse la prova che il Vaticano non considerava un’emergenza il passaggio delle consegne, essendo rimasto il pastorale ben in pugno a Fontana. E che arriva alla ripresa di settembre. Sarà Migliavacca? Bocche cucite in diocesi, nome top secreti. Ma ormai la notizia sembra certa. Tutti gli indicatori vanno in questa direzione, filtrata da ambienti della bellissima San Miniato, la chiesa che Migliavacca guida dal 2015.

La conferma definitiva la avremo giovedì. Ma certo tutti gli altri nomi che si sono rincorsi in questi mesi ormai sembrano ampiamente scavalcati dal vigoroso monsignore che arriva con la forza dei suoi 55 anni, compiuti a fine agosto. Le radici in Lombardia, per l’esattezza a Pavia, nella cui Cattedrale «cantò Messa» (come si diceva una volta..) a 25 anni. Esperto di diritto canonico, fino a diventare giudice del tribunale ecclesiastico della sua regione e da un anno membro del supremo tribunale della Segnatura apostolica.

Ma fin dall’inizio un’attenzione al mondo giovanile e un interesse a 360 gradi sul mondo che lo circonda. Qualche esempio? Beh, l’aperitivo dei giovani, una sorta di evento in piazza del Duomo a San Miniato all’inizio dell’estate. E l’attenzione a cercare i ragazzi, e insieme i fedeli, lì dove sono. Elementi che ne fanno un uomo del Concilio, cosa niente affatto scontata, e quindi sulla linea di Fontana, che a questo ha dedicato un intero Sinodo oltre che mille delle sue lettere a sacerdoti e laici. Orgogliosamente Vescovo ma senza farsi imbrigliare dal suo ruolo.

Chi lo conosce bene racconta di quanto sia facile vederlo a teatro o al cinema o in altri luoghi di cultura nell’orbita dei suoi interessi e soprattutto della sua curiosità, una dote sviluppatissima. Un lombardo con i piedi ormai ben piantati in Toscana: costretto per la nomina imminente a lasciare sul più bello una sua «creatura», il Giubileo della diocesi dalla quale arriva. Una Diocesi che compie 400 anni, parecchi più dei suoi, e i cui festeggiamenti dovrebbero iniziare a dicembre.

Per allora ormai il suo trasferimento ad Arezzo, sempre che le indicazioni vengano confermate, sarà ormai consolidato e al massimo potrà raggiungere i suoi ex fedeli come ospite. Barcamenandosi tra le esigenze di una Diocesi come la nostra, complessa e articolata, tra le prime undici per dimensioni in Italia. Con un occhio particolare allo scoutismo, i colori del gruppo Agesci che ha guidato come assistente li ha inseriti perfino nello stemma. Il cui motto è una domanda, sia pur evangelica, «Maestro, dove abiti?».

Curiosità fino all’estremo. Che si estende fino ai social. Ha un profilo Facebook aggiornatissimo, che spazia dal convegno catechistico dei giorni scorsi fino alla morte di Gorbaciov («ha cambiato la Storia regalandoci speranza») o alle foto delle uscite con i suoi scout. Durante la pandemia invece di rinunciare agli incontri con la gente, decisivi nella sua missione, li aveva spostati su meet e sulle altre piattaforme disponibili, comprese le letture bibliche.

Come Fontana ama mettere proprio la Bibbia, prima ancora che la devozione, al centro della chiesa. Da remoto: o quando sarà da noi per il primo abbraccio.