"Non siamo forestieri, daremo voce agli aretini"

Salvini, ultimo sprint prima delle Suppletive accanto a Marrocchesi Marzi. "Le priorità per la Valdichiana sono le Infrastrutture"

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di Lucia Bigozzi

"Hai organizzato un bel sole" scherza Matteo Salvini, camicia bianca cravatta blu e jeans, col sindaco Mario Agnelli che lo accoglie sulla Porta Fiorentina. Nell’ultimo weekend prima del voto per le suppletive alla Camera e in quattro comuni aretini per le amministrative, il leader della Lega viene a Castiglion Fiorentino a dire che "la Valdichiana non è il bancomat del Pd" e che "oggi questo seggio per il parlamento è contendibile, mentre fino a qualche anno fa era inimmaginabile. Sto girando comune per comune e ovunque trovo un’accoglienza calorosa". E’ il segno che in questa parte di Toscana alle urne nel collegio lasciato vacante da Pier Carlo Padoan, il centrodestra riprova a sfondare il muro del centrosinistra che storicamente governa in quasi tutti i 35 comuni tra la provincia senese e la Valdichiana.

Eppure negli ultimi anni le crepe ci sono, lo dimostra il governo della città del Palio targato centrodestra e per la vallata aretina la conquista di Cortona, la conferma della giunta Agnelli, oltre ad Arezzo. E’ qui che Salvini usa il "grimaldello" della candidatura di territorio, quella di Tommaso Marrocchesi Marzi, rigorosamente al suo fianco nella galoppata elettorale, da contrapporre alla "scelta romana di un segretario di partito che a Siena e ad Arezzo non tornerà mai. Noi, invece, abbiamo scelto una partita Iva, un imprenditore del vino che lavora e paga le tasse qui e che a Roma, rappresenterebbe le esigenze di 35 comuni". Salvini sfila per Corso Italia tra gli applausi "vai, Matteo" delle persone già in fila per un selfie. Lo accompagna Agnelli che al microfono ricorda come "Castiglioni abbia subito due turni di elezioni anticipate al Comune, 2012 e 2014, per gli errori della sinistra" e di "Padoan che nel 2018 venne qui per le politiche e non si è più visto. Ora siamo di nuovo a elezioni perché lui si è dimesso per andare a Unicredit banca interessata a Mps, perdendo un altro tassello del sistema creditizio che ha favorito la crescita anche di questo territorio". Refrain rilanciato da Salvini che spara ad alzo zero "sugli errori del Pd" e "il rischio di settemila licenziamenti tra Siena e la Valdichiana nella banca più antica del mondo che noi vogliamo rimanga ai toscani". Batte il tasto sulla contendibilità della sfida quando ripete che la "differenza, questa volta, si gioca su un pugno di voti e che se a vincere sarà Marrocchesi Marzi, non farà miracoli, ma darà voce al territorio". Le priorità per la Valdichiana si chiamano infrastrutture digitali, stradali e "ferroviarie: se uno fa impresa deve poter trasportare per esportare" incalza Salvini che non dimentica il dossier agricoltura: dalla soluzione del collegamento con la diga di Montedoglio per l’irrigazione della vallata, alla "battaglia a Bruxelles contro una politica agricola che metterebbe a rischio le produzioni locali". Capitolo caro all’europarlamentare Susanna Ceccardi: annuisce accanto al sottosegretario Tiziana Nisini e al parlamentare Guglielmo Picchi.