A febbraio dentro le aule col cappotto. Protestano per il freddo alcuni insegnati e collaboratori scolastici dell’istituto Piero della Francesca. Motivo? I rientri pomeridiani e gli scrutini che ormai sono tornati in presenza, si svolgono a termosifoni spenti. Stessa cosa vale per l’orientamento e i corsi di recupero. Complici le temperature più rigide delle ultime settimane, le lamentele fioccano. A rispondere è il dirigente scolastico Luciano Tagliaferri (nella foto): "Mi meraviglio che nessuno sia venuto alla mia porta a protestare invece di rivolgersi al giornale – dice il preside del liceo artistico – ma come è noto a decidere degli orari di accensione dei riscaldamenti non è la scuola, ma la Provincia". A settembre infatti sono i vari istituti scolastici a comunicare gli orari in cui viene svolta l’attività didattica direttamente alla Provincia, ente che poi stila un calendario di accensione. "I riscaldamenti vengono spenti in tarda mattinata – dicono alcuni professori protestando per il clima del pomeriggio – ma i ragazzi che fanno i rientri fino alle 15,30, i docenti e i collaboratori scolastici che lavorano trattenendosi fino al tardo pomeriggio, stanno al freddo". "Che gli scrutini si fanno in presenza non lo decide il dirigente, ma il ministero – spiega Tagliaferri – si tratta di quattro volte l’anno e solo a febbraio è capitato in un momento particolarmente freddo. Quanto alla tempistica di accensione, all’inizio dell’anno scolastico abbiamo comunicato alla Provincia i nostri orari di attività, compresi di rientri pomeridiani. Tutti i giorni escluso il venerdì, ci sono ragazzi che restano in classe fino alle 15,30. Siamo l’unica scuola superiore a effettuare il rientro". Angela Baldi