"Noi dj dimenticati" L’allarme di Tonelli

Una situazione drammatica per il settore viene denunciata dallo storico autore e organizzatore di eventi

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MONTEVARCHI

La chiusura delle discoteche non ha creato problemi solo ai gestori dei locali, ma anche al cosiddetto indotto, compresi i dj. Luca Tonelli, 53 anni, montevarchino, è uno storico autore, produttore e organizzatore di eventi. "La situazione non è per niente piacevole, soprattutto per chi come me vive di questo mestiere" ha detto. Lui che ha iniziato a fare questo mestiere più di 25 anni fa, è costretto ad affrontare un periodo che mai avrebbe pensato di vivere. "Dei 3 ristori previsti, in questi mesi, non ne ho ricevuto neanche uno, sempre per futili motivazioni e piccoli cavilli burocratici. Al momento sto andando avanti da ben due anni con i miei risparmi personali e come me sicuramente ci saranno tante altre persone sia in Valdarno che nel resto d’Italia". Il locale con cui collabora, il Nirvana di Terranuova, negli ultimi due anni, è stato aperto tre mesi.

"Avevamo preso gli accorgimenti necessari per ripartire in sicurezza: chiedevamo il Green pass all’ingresso, con la misurazione della temperatura, la capienza era stata ridotta e all’entrata era presente la Misericordia. È stato fatto di tutto, però di tutti i posti dove si metteva la musica, solo le discoteche sono state chiuse", ha detto con amarezza. "Il decreto che ne ha stabilito la chiusura dovrebbe arrivare fino al 31 gennaio, ma sicuramente non sarà così. Credo nella medicina e nel vaccino ma dobbiamo attrezzarci per non essere sempre penalizzati. Adesso è davvero il momento di agire e ci facciano sapere cosa vogliono fare. Vorrei che ci fossero dei passi in avanti da parte delle associazioni di settore. La discoteca è aggregazione, ovviamente la scuola è importante, ma lo è anche lo svago. Prima si poteva decidere di non andare a ballare, adesso è un’imposizione che arriva dagli altri".