Negozi, corsa sul web per salvare Natale Boom richieste per lanciare l’e-commerce

Al supporto fornito da Ascom 30 domande solo a novembre e centinaia dall’inizio del lockdown. Dalle "vetrine" parallele internet fino alla vendita con consegna a domicilio. In pista tutti i giganti del centro: la risposta ad Amazon e alle catene già mobilitate

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di Alberto Pierini

Ogni giorno, assicurano i bene informati, alle Poste arrivano circa tremila pacchi: è l’orma di Amazon, che di quel carico è l’assoluto mattatore. Un’impronta profonda, pesantissima per il mondo del commercio. Ma è un commercio che non sta a guardare. E dal mondo delle vetrine, la "quinta" dello shopping aretino, le luci nel buio di un centro che lì intorno vive, si alza anche il guanto della sfida sul web. E in questi mesi sta diventando travolgente.

"Le richieste sono centinaia, lievitate di colpo dopo il lockdown". L’associazione commercianti offre un servizio di supporto, determinante per muoversi in un mondo che fatalmente non è il pane quotidiano degli esercizi storici. E il polso te lo fornisce Liala Basagni, allo snodo tra i vecchi percorsi e quelli moderni: e che per fortuna spesso procedono insieme. "Soltanto a novembre una trentina le richieste in corso: fissiamo orari, appuntamenti, la pressione è tanta". Cresciuta all’avvicinarsi di Natale.

La stagione dei regali e dei consumi non è una di quelle alle quali puoi rinunciare alzando le spalle. Perché ne va della sopravvivenza di un’attività. "E’ chiaro che non tutti possono passare all’e-commerce e soprattutto non possono farlo in un mese, è un lavoro progressivo". Ma al quale tutti si affacciano. Dalla semplice richiesta di informazioni alla realizzazione di un sito attraverso il quale completare il percorso: fino alla scelta dei capi, al pagamento con carta di credito e alla consegna a domicilio.

Il Corso non partiva da zero. Da sempre alcuni dei suoi protagonisti sono pancia in terra nelle vendite on-line. In testa Beppe Angiolini, la cui corazzata Sugar è una finestra aperta sul mondo. Ma sono tanti i marchi di prestigio che ormai da tempo sono su questa linea: pensiamo a Sabot, pensiamo a Prestige. Da qualche anno punta molto sul web anche Bindi, il gigante dei giocattoli, il cui sito è un viaggio autentico nel mondo del regalo per i bambini. Di recente tra chi ha completato lo sbarco su e-commerce c’è anche Anna Lapini, con la sua attività di oggetti per la casa di qualità in cima al Corso.

Per tutti c’è una scelta di fondo: appoggiarsi all’e-commerce per allargare il "fuoco" ma mantenendo forte la presenza sul territorio. Che tra l’altro proprio Anna Lapini, come presidente Ascom, ha messo al centro della campagna, compresa quella di Natale.

Ma intorno lo scenario è chiaro: le grandi catene, ben rappresentate sul Corso, sono già forti nell’e-commerce. E così i franchising che colorano le vetrine. Tutto il mondo dell’intimo, ad esempio, ha i suoi interfaccia su internet. Ma i marchi che ormai affiancano alla vendita diretta quella da remoto sono tanti. E non solo in centro.

Proprio l’associazione commercianti conferma che la percentuale sarà 50 e 50 tra le richieste che arrivano dal centro e quelle dalla periferia e dalla provincia. Certo, l’asse dello shopping vanta un numero di attività che ha pochi confronti in giro. E pesa anche l’effetto "imitazione": se vedi che gli altri ci provano, alla fine lo fai anche tu. Le gradazioni sono tante. C’è chi tiene una vetrina internet solo per alimentare gli ingressi nel negozio, un modo per mostrare due volte i propri prodotti. C’è chi sfrutta l’effetto Google: i cosiddetti "siti sponsorizzati" e che ti consentono di apparire davanti agli internauti con una certa evidenza. C’è chi sta più basso, magari si affida alle videochiamate whatsapp o ad un profilo Facebook dal quale far circolate offerte e occasioni.In media, conferma l’Ascom, un 10% completa il percorso fino all’e-commerce. Anche perché è un’attività parallela che richiede tempo. Ma le chiusure dei negozi, le zone rosse e ora questo Natale "di guerra" stanno accelerando la corsa. Perfino i più refrattari prima di tirare i remi in barca vendono cara la loro pelle. In presenza, se glielo consentono, ma se necessario anche sul web.