Natale, torre in sospeso: "bunker" piazza Grande, chiusura a 2000 persone

Attrazione, il sì della Soprintendenza pare vicino ma ancora non c'è: nuove disposizioni? Mercatino: contapersone all'ingresso da via Vasari, uscita da Seteria

Il mercatino tirolese

Il mercatino tirolese

Arezzo, 12 novembre 2019 - Non contano le pecore, per non rischiare il colpo di sonno, ma contano gli ingressi. Uno, due, tre: fino a duemila. Duemila sarà il tetto oltre il quale il mercatino tirolese dirà stop: uno stop non definitivo, beninteso, ma una pausa nell’attesa che in piazza Grande si aprano nuovi varchi. E’ una delle disposizioni relative all’ordine pubblico varata ieri, in un confronto che ha acceso tutti i riflettori su un evento che ormai è dietro l’angolo: perché sabato aprirà la Città di Natale.

Sormontata da una torre «sospesa»: la torre panoramica probabilmente ci sarà ma per ora il sì della Soprintendenza non c’è ancora. Bocche cucite con il filo di ferro intorno al faccia a faccia svoltosi ieri mattina a Firenze. Le indiscrezioni parlano di una disponibilità di fondo ma subordinata ad alcune condizioni che nei prossimi giorni saranno messe nero su bianco.

L’attrazione non dovrebbe essere considerata più impattante della ruota, anzi meno: però i tempi tecnici sono davvero stretti. Perché l’allestimento non si fa in un giorno. Quindi diventa sempre più probabile che sabato possa esserci una prima apertura non completa, almeno al Prato: anche se il Comune e la Fondazione Arezzo In Tour faranno i salti mortali per essere puntuali. Prato dove intanto il resto ha preso forma: la Casa della Lego, allestita da Ascom, stavolta è centrale, all’ingresso del parco.

Di lato il padiglione che servirà per l’accoglienza, le prime dieci casine sono pronte. Intorno alla statua sono state poste le basi per la pista di pattinaggio: e la sede fa pensare che la famosa torre alla fine arriverà, coprendo l’ultimo spazio che manca. Così come dovrebbe concretizzarsi lo «scivolo di ghiaccio» dalla porta della Fortezza lungo le mura Intanto il quadro delle misure di sicurezza prende corpo.

Il blocco a duemila ingressi contemporanei è uno degli elementi chiave ma non il solo. Intanto ci sarà un percorso obbligato per gli spostamenti dentro piazza Grande. L’ingresso sarà da via Vasari, quindi a ridosso delle Logge, mettendo a dura prova chi dovrà inerpicarsi nell’ultimo tratto di Corso. L’uscita sarà da via Pescaia, la strada eletta da Končalovskij agli onori del grande cinema, e da via Seteria.

Via Borgunto e piaggia San Martino saranno considerate uscite straordinarie, quindi anche per l’eventuale passaggio di ambulanze e mezzi d’emergenza. Il tutto presidiato da un folto numero di steward e carabinieri in congedo: anzi no, operatori di sicurezza, secondo uno di quei neologismi che in Italia amiamo alla follia.

Viste le misure stringenti, all’ingresso saranno dotati anche di un contapersone: perchè il famoso tetto dei duemila venga rispettato al massimo. La stima tiene conto della capienza in piazza alla luce delle casine di legno, che fatalmente riducono le zone percorribili.

Un tetto proibitivo? No, vedrete che soprattutto nelle giornate di punta sarà raggiunto davvero, come già è successo l’anno scorso. Il weekend presidiato con particolare attenzione sarà naturalmente quello della Fiera, il 30 novembre e il primo dicembre. Niente banchi in via Seteria, niente banchi nel secondo tratto di via Vasari arrivando da via dei Pileati.

E «nodo» anche alla viabilità: in tutta la città alta e non solo i divieti di transito e sosta scatteranno dalle 14 dei prefestivi, chi c’è c’è e gli altri fuori. Misure meno stringenti al Prato, dove gli spazi sono più ampi e l’afflusso non arriva ai livelli di piazza Grande. Sempre che la torre panoramica non si produca in un doppio miracolo: spuntare davvero, malgrado sia stata «concepita» solo all’ultimo tuffo, e fare breccia tra i turisti in arrivo.

Che pare siano tanti: c’è la conferma di decine di pullman presto in movimento. Specie nelle prime settimane: quando per il resto del mondo è novembre e invece per noi (furbi...) è già Natale. Finché cadeva di 25 dicembre eravamo alla periferia della festa, anticipando le date ecco il miracolo. Ma perché non ci abbiamo pensato prima?