Natale, la festa ricomincia da tre: Fiera, tirolesi e attrazioni per un weekend di pienone

Incrocio tra l'antiquaria, il mercatino che calamita gli appassionati e il Prato trasformato in un villaggio dei divertimenti tra ruota panoramica e pista di pattinaggio

Incrocio tra Fiera e mercato tirolese

Incrocio tra Fiera e mercato tirolese

Arezzo, 1° dicembre 2018 - Gioca a tre punte, come gli allenatori più audaci. Vede per la prima volta le praterie di un turismo che in genere gira al largo da Arezzo e prova a intercettarlo. Anzi, ad inseguirlo febbrile tra le lucine della festa. Il mercatino tirolese, la cittadella di Natale e la Fiera antiquaria: tutti insieme, tutti sullo stesso tavolo, tutti giocati sul piatto di una scommessa sotto l’albero. E’ la proposta che da oggi si va ad incastrare tra le pietre del centro storico. Nessuno resta in panchina, tutti in campo, perfino al rischio di scoprire un po’ la difesa.

La Fiera è da anni, 50 tendenti a 51, il motore del turismo aretino. Magari non muove le folle oceaniche, come altri eventi riescono a fare, ma è l’unica a portare stabilmente ogni mese un pubblico certo. Uno zoccolo duro, affondato qui da Ivan Bruschi, un antiquario abbastanza visionario da essere concreto, intorno al quale tutti gli altri eventi si posizionano. Ma per la prima volta si accavallano. Anzi, per la quarta volta. Fin dalla sua nascita il mercatino tirolese aretino si è andato ad incrociare con la Fiera. Fino ai confini dello scontro: perché i venti operatori che ogni anno lasciano piazza Grande sono una ferita profonda, o forse il dolore del parto di una nuova nascita. I banchini del nord hanno attecchito subito.

E nel weekend della Fiera da anni raggiungono il risultato migliore. Due pubblici che si sommano. Quello curioso e attento di chi va a caccia degli oggetti che vengono dal passato. Quello innamorato di chi cerca tra l’odore di muschio e vin brulè l’atmosfera del Natale. In fondo il fil rouge è la nostalgia del passato, una macchina dai grandi numeri. Da oggi la Fiera si fa un po’ più in là, invadendo anche la piazzetta sotto il Vescovado, e lascia posto ai tirolesi.

Rinuncia a via Seteria, sgomberata dai banchi per motivi di sicurezza. Però prova a mostrarsi ad un pubblico anomalo rispetto alle altre undici edizioni. Gruppi, comitive, famiglie complete dai nonni ai bambini. Per due giorni sfiorano qui i cercatori del bello o gli appassionati di trouvaille. Un pacchetto che smazza dicembre, lì dove tante città giocano le loro carte. E al quale il Comune unisce il fascino delle attrazioni d’inverno. La ruota panoramica, dalla quale ammirare il mix «proibito» tra il Tirolo e la memoria. La pista di pattinaggio, l’unico ghiaccio capace di scaldare, sia pur per gioco.

Le luci che vanno a cercare e ad esaltare i monumenti della città, a cominciare dal Duomo. E ancora la musica, il villaggio della Lego e quella casa di Babbo Natale davanti alla quale tutti accettano il prezzo di mettersi in coda. E le casine del Prato, l’altro mercatino, l’unico dove si senta parlare aretino. Casine che insieme alla ruota, alla pista, al planetario ci terranno compagnia fino al 6 gennaio. Quando il Tirolo sarà tornato tra i suoi monti: e un’altra Fiera arriverà ad attingere alla magia del Natale.