Natale grandi numeri: frenata dopo i weekend record ma in un mese un milione di visitatori

La città è diventata una delle mete forti del mese, perfino in un fine settimana tradizionalmente minore. 50 pullman nel weekend. Ora la volata

La corsa dei Babbi Natale

La corsa dei Babbi Natale

Arezzo, 17 dicembre 2018 - «Oh ma che chiesa chiesa: questo è il museo degli affreschi di Piero». Un signore dei colli romani pontifica davanti a San Francesco: non lo sa ma sta prendendo a calci a piedi uniti il cuore del turismo aretino. No, lì dentro c’è una chiesa, oltre che la Leggenda: ma è la legge del turismo di massa. Contro cui a volte si abbattono perfino le verità del Colosseo.

Un turismo che un altro weekend ancora ha scelto Arezzo tra le sue mete di punta. Una frenata, certo, ma da un milione di presenze, la somma di quanti in un mese si sono affacciati qui. Il calo rispetto alle giornate da matti della Fiera e dell’otto dicembre è tangibile: ma la folla continua a risalire incessante l’erta del Corso. Sciamando soprattutto tra le case del villaggio tirolese e poi andando a cercare fortuna e sorrisi al Prato.

Il totale diventa vertiginoso: perché un evento forse per la prima volta fa superare alla città la cifra a sei zeri. Numeri che qualcuno liquida con un sorrisino scettico («Ma dove sta questo milione?») ma che alla fine è la didascalia di un mese che entra di diritto nella recente storia aretina. Di fatto un colpo di acceleratore rispetto ad una tradizione che non solo sul turismo ma soprattutto sul turismo di Natale ci vede da sempre quasi inesistenti.

Il turismo delle percentuali, in passato addirittura dello zero virgola, ora viaggia moltiplicando i numeri. Certo, Natale non basta: il «miracolo» sulla 34° strada dal 26 dicembre sarà alle spalle. Resta la Città di Natale, aperta con coraggio per scelta della Fondazione fino alla Befana, ma è inevitabile una flessione di arrivi.

Però se una stagione così è ancora una bella incompiuta, rimane la conferma che «si può fare». Attirare gente, convincere i tour operator, mettere il sale sulla coda delle grandi folle. In questo weekend un’altra cinquantina di pullman: già di mattina ieri li incrociavi che risalivano dal Rossellino, tenendo ferme le auto già golosamente lanciate verso la Cadorna.

Città chiusa al traffico, i solidi disagi a ridosso dei blocchi: lo stesso Rossellino, via Petrarca aperta in uscita, via Fra’ Guittone, via Spinello. Ma in centro a tratti rivedevi il colpo d’occhio dei giorni migliori, specie in piazza Grande, sempre presidiata secondo le indicazioni del questore. Pieno, anzi strapieno, anche il Corso: la caccia ai regali è finalmente partita, i negozi lasciano il ruolo scomodo di convitati di pietra.

Ora la loro partita si giocherà tutta in sette giorni. Ma già ieri c’era gente anche nella parte bassa, finora disertata. Pieni i locali, anche se non con le code di inizio dicembre, pieno il trenino da 40 posti, perfino un buon afflusso nei banchi di piazza Guido Monaco e in quelli sotto i Portici. Guide con l’ombrello alzato e avanti, verso la nuova mecca del turismo. Sfiorando la basilica di San Francesco: ma siamo proprio sicuri non sia un museo?