Multiservizi, slitta il summit del centrodestra: il silenzio dei partiti di maggioranza

Rinviato al dopo Emilia l’incontro fra i coordinatori regionali. Il capogruppo Pd ancora all’attacco. Indiscrezioni da Forza Italia. Nuova offensiva di Ralli dal Pd

Alessandro Ghinelli con gli assessori

Alessandro Ghinelli con gli assessori

Arezzo, 23 gennaio 2020 - E’ slittato l’incontro fra i coordinatori regionali del centrodestra per prendere in esame la questione Arezzo. Si era parlato di un appuntamento ieri ma Giovanni Donzelli, di Fratelli d’Italia, era in Calabria e così tutto è rimandato a dopo le elezioni emiliane. Sarà allora, a bocce ferme, che verrà fissata la strategia per le prossime comunali e per l’indicazione del candidato che a oggi continua ad essere Alessandro Ghinelli.

L’inchiesta, che non lo vede coinvolto a livello giudiziario, ha indubbiamente lasciato ombre che il sindaco ha provato a fugare con il suo intervento in consiglio comunale, quasi venti minuti nei quali ha risposto politicamente alle accuse ad alzo zero arrivate dai banchi dell’opposizione.

Rimane lui, in ogni caso, il candidato più forte che il centrodestra potrà mettere in campo anche se francamente stupisce il silenzio totale che arriva dai partiti della coalizione, rotto soltanto dalla difesa dell’assessore Lucia Tanti e dalla netta presa di distanza dai parlamentari di Forza Italia Stefano Mugnai e Maurizio D’Ettore.

E sempre da ambienti di Forza Italia si fa filtrare una considerazione, quella che con il suo discorso il sindaco ha definitivamente fugato, se mai ce ne fossero stati, i dubbi sulla linearità del partito: ha detto, si fa notare, che Bardelli non è ascrivibile agli azzurri e che Luca Amendola era sì nella rosa fornita per la guida di Multiservizi, ma senza alcuna imposizione, con la nomina finale che spetta al sindaco compresa la riconferma avvenuta nel 2019.

Dall’altro lato non si ferma l’assalto del centrosinistra. Il capogruppo consiliare del Pd, Luciano Ralli, torna ad attaccare prendendo spunto da alcune considerazioni di Ghinelli. «Nessuno - spiega Ralli - ha mosso rilievi penali, ci siamo solo chiesti perché una riunione oggetto di un’inchiesta si sia svolta alla sua presenza, nel suo ufficio e senza alcun suo intervento censorio. Se si stava narrando un possibile reato un sindaco, pubblico ufficiale, doveva tacere?».

Ironizza, Ralli, sulle parole circa l’incontro con Bardelli: «Dice il sindaco, riferendosi a Bardelli: “è vero gli diedi udienza, cercai di capire ma ben poco riuscì a comprendere”. Ma davvero? Era così difficile? E se fosse vero, Arezzo ha un sindaco che non riesce a comprendere uno dei consiglieri a lui più vicini?».

Secondo Ralli, dietro alle richiesta di chiarimenti «solo l’aggressività verbale e velate minacce: “oggi tocca al sottoscritto rispondere in questa sede non di fatti ma di chiacchiere ma domani potrebbe toccare a voi“. Con la conclusione da proclama da trincea: “non ci toglierete di mezzo in questo modo perché non è giusto per noi e per nemmeno per voi”.

Sindaco, cosa sia giusto per noi, lo decidiamo noi e anche il “voi” è fuor di luogo. Rifletta sul totale (fatta un’unica eccezione) silenzio dei suoi alleati. Forse anche loro cominciano a riflettere che lei è lei e loro sono loro».

Insomma, ci sono tutte le premesse per una campagna elettorale al calor bianco della quale si sono visti i prodromi nel consiglio comunale di martedì scorso, concluso dalla polemica uscita dall’aula dei consiglieri dell’opposizione di centrosinistra. Non siamo che ai primi fuochi e nei prossimi mesi ci sarà di che parlare.