Movida, venerdì locali fatti chiudere: sabato tutto fila liscio, servizio solo ai tavoli

Dai Costanti prima l'amarezza di Brocchi ("In centro tutti fino a tardi, perché noi no?") poi avanti senza problemi. Gli altri restano per ora allo stop delle 24

Pietro Brocchi ai Costanti

Pietro Brocchi ai Costanti

Arezzo, 31 maggio 2020 - Un minuto dopo mezzanotte è scattato l’«extra omnes»: no, non tra i cardinali del conclave ma tra i tavolini di piazza San Francesco. Con le forze dell’ordine a invitare non solo i locali a chiudere ma anche i clienti ad alzarsi dai tavoli. Ma questo venerdì: perché ieri notte tra i gestori passava lo stesso allarme, sorta di convitato di pietra con il quale sono costretti a convivere. In un quadro, più o meno uguale anche ieri al momento di andare in macchina, che vede le serate almeno gestibili più o meno fino alle 23 e poi montare la folla dei ragazzi.

Ma stavolta qualcosa cambia: perché sotto gli occhi attenti del comandante della polizia municipale Aldo Poponcini il fenomeno resta sotto controllo. In piazza e anche nella costola più irrequieta, quella di via Cavour, e stavolta chi vuole rimanere aperto ci resta, anche dopo mezzanotte. Come i Costanti.

Da lì era arrivata il giorno prima la voce più amareggiata, quella di Pietro Brocchi, il titolare. «Sono qui solo per lavorare e fa male vedere dei clienti invitati ad alzarsi e ad andare via come se avessero commesso un reato».

La linea che i Costanti hanno adottato era cambiata: servizio solo ai tavoli, e questo in linea con quello che il sindaco ha raccomandato ieri sera ai gestori, ma rispetto dell’orario di chiusura ancora ufficiale, cioè le 2. Non proseguendo l’autoregolamentazione a mezzanotte. «Ho verificato in centro: ci sono locali rimasti aperti fino a tardissimo, nel Corso e in altre strade. Niente da dire, è un loro diritto: ma non è anche il nostro?».

Brocchi sa che paga il prezzo di essere nella piazza più gettonata e desiderata della notte: e dove ad una certa ora di sicuro il passaggio nelle zone «neutre» diventa complicato, un po’ come trovare un posto a sedere negli scalini davanti a San Francesco. E alla fine scattano le misure d’emergenza. Non lo sono per tutti.

«Noi come già sabato scorso avevamo già interrotto la somministrazione, perfino ai tavoli» risponde da «Terre di Piero» Cristiano Duranti. «Brocchi fa benissimo ad esercitare un diritto scritto nelle ordinanze comunali: noi preferiamo fermarci a mezzanotte, anzi interrompiamo la vendita alle 23.30». Ma resta l’amarezza di fondo.

«Se un cliente a quell’ora è al tavolo, quindi di sicuro non contribuisce a creare un assembramento, perché non può finire tranquillamente il suo bicchiere e poi andarsene? La movida è una pausa di relax, così diventa un’angoscia«. Lo è di certo anche per polizia municipale e polizia di stato, che ormai ogni venerdì e sabato sera presidiano in forze il quadrilatero della «festa».

Con un occhio particolarmente attento a via Cavour, sul lato verso la Badia, dove uno dei locali più amati dai giovani ogni sera fa il pieno e in una strada decisamente stretta. Anche lì venerdì sera c’è stata a mezzanotte l’immediata indicazione di chiusura. E ieri si prevedeva un finale del genere, se non addirittura, a fronte di problemi maggiori, anticipato di un’ora.

E invece non è così. La linea in piazza di servire solo ai tavoli paga, anche se chiaramente pesa forte sugli incassi, visto che nell'ora di punta i gestori sono costretti a mandare via più che ad accogliere. Ma  la resta nel centro della piazza si allenta e forse per la prima volta l'ingorgo trova una sua ricetta.

Mentre intorno i sei o sette gradi in più del giorno prima e l'effetto sabato polarizzano molte più presenze sui tavolini che punteggiano tutto il centro: da via Roma e via Crispi a via Cavour, da Sant'Agostino a via Mazzini, dove la mezzanotte suona tra tavoli ancora pieni. Tra quelli di chi sta chiudendo lo stesso e chi varca l'ora di Cenerentola ritrovando gli orari che sembrvano perduti della movida.