Movida, scoppio di tensione nell'ultimo sabato libero: corre l'alcol

La municipale in forze a S.Agostino e S.Francesco. Due ragazzine si affrontano per un coetaneo a botte e streap tease: caos e chiusura forzata di un bar

Movida blindata

Movida blindata

Arezzo, 15 febbraio 2021 - Fossimo in altri tempi, sarebbe una di quelle storie da raccontare in punta di penna, come raccomandavano ai cronisti gli antichi caporedattori, un corsivo da fogliettone in fondo alla pagina. Come descrivere altrimenti la contesa di due ragazzine, minorenni, studentesse delle superiori, che non solo se le danno di santa ragione per il classico maschio alfa del loro branco ma improvvisano anche una gara di strip tease a chi si spoglia per prima e di più?

Sì, è vero che viene da ridere, ma il sorriso si smorza quando arriva il seguito, ovvero due comitive di minorenni che fanno il tifo per l’una o per l’altra, fino a scatenare quel caos che La Nazione ha raccontato ieri in via Garibaldi, con i ragazzini che dilagano, si assembrano, giocano a nascondino con la polizia municipale, finchè alle 7 di sera, per riportare l’ordine, gli agenti non sono costretti a ordinare la chiusura di un bar nella parte alta di via Margaritone davanti al quale l’orda si era raccolta.

Raccontano al comando della Municipale che una delle due teen-ager è stata riportata a casa dal padre più confuso di lei, quasi incapace di capire come una figlia ubriaca potesse avere innescato tanta baraonda.

La risposta, ahinoi, è facile: l’alcol appunto che dilaga nella movida, soprattutto nelle fasce d’età più giovani, come se perdere il controllo a forza di cocktail fosse l’ultima propaggine della febbre del sabato sera: non possiamo più andare in discoteca, non possiamo più uscire a cena e nel dopocena, lasciateci almeno la libertà di ubriacarci. Parrebbe quasi un tema di costume se non fosse che spesso sconfina nella cronaca nera.

E costringe le forze dell’ordine a una mobilitazione straordinaria solo per evitare che il pandemonio dilaghi oltre certi limiti. Sabato, tanto per dire, è stato messo in moto il piano di controllo della movida che il comandante della Municipale Aldo Poponcini e i suoi avevano messo in cantiere fino da metà settimana. Una decina di uomini solo per tenere sotto controllo Sant’Agostino e San Francesco, i due epicentri del fenomeno, fin dalle tre del pomeriggio.

A parte lo strip-tease de noantri, con tanto di tifo delle opposte torcide, non è successo niente altro di clamoroso, non ci sono state risse al Prato, non ci sono stati contatti pericolosi alla Badia o a piazza del Popolo, sono calati persino gli sciagurati che usano gli androni dei portoni del centro come le loro latrine personali.

Anche perchè il freddo ha ridotto l’ondata di piena della movida rispetto alla settimana precedente, che era stata il picco degli ultimi mesi. E tuttavia, dicono ancora alla Municipale, la situazione non sarà mai pienamente sotto controllo finchè si dovrà combattere contro l’alcol che trasforma innocenti ragazzini in automi fuori da ogni ragionevolezza.

Tra i teen-ager il bere compulsivamente non più neppure un vizio, è la costante di ogni fine settimana. Un trend di cui è fin troppo facile trovare conferma se si consultano gli esperti del Sert, che si occupano di tutte le dipendenza, da droga a gioco. Di gioco, magari, questi adolescenti non sono dipendenti, ma già la droga, soprattutto quella sintetica che fino ai ripetuti lockdown circolava nelle discoteche, è un problema serio.

Quando poi diventa una miscela esplosiva con l’alcol, bè allora l’allarme si fa importante. E’ una generazione particolare quella della movida alcolica, la generazione che a scuola ci va poco e non è colpa sua se la didattica è al rallentatore. La socializzazione è affidata principalmente ai cocktail. Ecco i risultati, un altro effetto del Covid.