Moto, è già strage dopo il lockdown: e torna l'allarme sui passi montani

Due morti in una settimana mentre ci si avvia alla stagione calda: si ripropone subito la costante dell'estate. Dallo Spino a Crocemori l’attività dei carabinieri forestali

Alcune moto sulla Calla

Alcune moto sulla Calla

Arezzo, 1 giugno 2020 - A volte è la fatalità, a volte l’imprudenza, altre volte ancora il degrado della strada, molto spesso la velocità eccessiva. Metteteli insieme tutti questi fattori e ne verrà fuori un’equazione di morte. In moto si muore, una strage che ogni anno ci accompagna per mano da primavera fino all’autunno, cinque o sei mesi che moltiplicano le croci sull’asfalto. Il 2020 ci aveva risparmiato questi lutti per alcune settimane, c’era il lockdown, fuori non si poteva andare, auto e moto erano confinate nel garage.

Poi arriva la fase 2 e arrivano soprattutto i primi fine settimana di libera uscita, quando i ragazzi sciamano per vie e piazze, quando gli appassionati delle due ruote riassaporano il rombo dei motori. Due weekend e due morti. Il primo sabato 23, Thomas Lorenzetti, un bravo figliolo che aveva rimesso in piedi un locale storico di Castiglion Fiorentino, caduto in curva davanti agli occhi atterriti di due assessori comunali, Gianfrancesco Gamurrini e Marco Sacchetti.

Il disastro nell’affrontare una curva dopo un’altra curva, poi l’impatto con un furgoncino e i soccorsi tanto disperati quanto inutili. Si arriva a due giorni fa, a sabato scorso. Stavolta l’incidente è accaduto sulla Senese-Arettina a Palazzuolo di Monte san Savino: il capocantiere Luigi Sestini si è schiantato in curva contro un altro motociclista, lui è morto sul colpo, il secondo protagonista dello scontro è in codice rosso a Siena.

Non si sa bene cosa sia successo, lo stabilirà l’indagine dei carabinieri. Si sa però che un punto fermo va messo: e cioè che le gite in moto devono essere contrassegnate dal massimo di prudenza perché i pericoli sono dietro ogni metro di asfalto. In più si va verso l’estate, anzi ci siamo di già.

E in questi mesi frotte di motiociclisti che arrivano anche da regioni vicine transitano sui passi montani, spessissimo a velocità doppia rispetto al consentito, tagliando le curve e mettendo in pericolo sé stessi ma anche chi transita dal versante opposto. Comportamenti gravi.

E meno male che i carabinieri forestali hanno nel corso degli ultimi anni presidiato con grande attenzione le strade di valico, dallo Spino a Crocemori e via discorrendo.

Hanno fermato decine di ragazzi, hanno elevato verbali a raffica e sequestrato moto, hanno soprattutto svolto un’azione sociale di prevenzione, anche attraverso la pubblicazione di immagini che fanno capire tante cose. Che non si può giocare con la vita propria e degli altri perché le conseguenze possono essere tragiche