Morto nel torrente: "Ho tentato di salvarlo, l'ho afferrato". Parlano gli amici / FOTO

"Adama è riemerso e ha alzato il braccio per chiedere aiuto, poi la fine". In quella diga era già morto un uomo. Prima del rimpatrio sarà commemorato al Dovizi

Adana Danso

Adana Danso

Arezzo, 20 luglio 2018 - E’ riemerso una volta sola, sollevando il braccio per chiedere aiuto. Poi la fine. Sono servite quasi 5 ore di ricerche per recuperare il corpo di Adama Danso, il 21enne del Gambia morto annegato mercoledì sera nel fiume Archiano a Partina, nel comune di Bibbiena. Dopo essersi tuffato da una roccia, in un punto in cui l’acqua non sembrava poi così profonda, Adama è riemerso una sola volta, con un braccio, per chiedere aiuto prima di sparire nel nulla.

Il perché sia annegato non lo sapremo forse mai, visto che sul corpo del giovane non è stata disposta l’autopsia, ma restano in piedi sia l’ipotesi di un mulinello d’acqua che quella di un tuffo in un punto sbagliato della diga, dove le rocce appuntite del fondale avrebbero potuto ferirlo facendogli perdere i sensi. Sapeva nuotare Adama, che si era addirittura salvato da un nubifragio proprio grazie alla sua prestanza fisica e alla sua capacità di restare a galla, anche a lungo. Eppure qualcosa mercoledì pomeriggio è andato storto.

I due amici che lo avevano accompagnato al fiume, non sapendo nuotare hanno potuto far ben poco. Uno dei due ha provato comunque a lanciarsi in acqua, mettendo a rischio la propria vita per provare a salvarlo, ma tutto è stato inutile. E’ riuscito ad agganciarlo per un braccio ma si è sentito tirare giù con forza e non ha potuto fare più niente.

«Era come se l’acqua lo stesso risucchiando» ha raccontato visibilmente sotto choc. Si, perché quel punto del torrente si è rivelato una vera e propria trappola mortale. Secondo il racconto di alcuni presenti, molti anni fa, anche un altro signore del posto era annegato, proprio nella diga di Gambino. Durante le ricerche i vigili del fuoco hanno descritto grotte sotterranee ed enormi massi che favorirebbero delle correnti forti nel fondo del bacino.

Gli stessi soccorritori hanno fatto difficoltà a condurre le operazioni, chiedendo a fine giornata il supporto dei sommozzatori arrivati da Livorno. In un primo momento le dimensioni della diga e l’esito negativo delle ricerche, avevano fatto pensare addirittura ad una possibile fuga di Adama, una bravata per far perdere le proprie tracce e cercare fortuna altrove. Ma chi conosceva il giovane sapeva che non ne sarebbe stato mai capace.

La realtà infatti si è rivelata ben diversa concludendosi con il più tragico degli epiloghi. Erano le 22 circa quando il corpo è stato ritrovato, nel centro della diga, incastrato sotto un enorme masso. A portarlo lì è sicuramente stata la corrente, probabilmente quando Adama aveva già perso i sensi, visto che il punto del ritrovamento è distante diversi metri da dove il giovane si è tuffato.

Nelle prossime ore arriverà a Bibbiena il fratello che accompagnerà la salma fino al rientro in Gambia, dove sarà rimpatriato. Di religione musulmana, Adama sarà ricordato in accordo con l’Imam con un rito islamico, mentre domenica pomeriggio alle 17.30 nel teatro Dovizi di Bibbiena sarà celebrata una commemorazione non religiosa per ricordare quel ragazzo così pieno di vita che era ormai entrato nel cuore di tutti. Parteciperanno all’incontro la cooperativa Tahoma, gli amici, i conoscenti e chiunque voglia rendergli omaggio, ripercorrendo la sua storia.