Morto tra gli ingranaggi, l'ultima sigaretta e la caduta anomala: indagato il titolare

L’ipotesi è omicidio colposo. Strana la posizione in cui è scivolato, sembra non abbia tentato di aggrapparsi alla balaustra della tramoggia: il sospetto di un malore

La tragedia di Bibbiena

La tragedia di Bibbiena

Arezzo, 27 gennaio 2022 - C’è un indagato per la drammatica morte di Francesco Brenda, il ’Ghiasa’, rimasto stritolato martedì mattina nella tramoggia all’interno dell’impianto di calcestruzzi Mariotti in località La Nave, alle porte di Bibbiena. Il pubblico ministero Marco Dioni, titolare delle indagini, ha disposto l’autopsia sul corpo dell’operaio 51enne e notificato l’avviso di garanzia per l’ipotesi di omicidio colposo al titolare dell’azienda, con contestuale conferimento dell’incarico al professor Mauro Gabrielli dell’Istituto di medicina legale di Siena.

Un atto dovuto proprio per l’effettuazione dell’esame che si svolgerà oggi. Il nodo da sciogliere è legato alla caduta improvvisa di Brenda, da tutti descritto come un operaio esperto che lavorava alla Mariotti da vent’anni. Inspiegabilmente è scivolato a testa all’ingiù all’interno del frantoio dove si triturano i materiali inerti. Le braccia lungo il corpo come se – stando a una primissima ricostruzione – non avesse nemmeno tentato di riprendersi, dopo essere precipitato. Da lì il sospetto – che andrà verificato dall’autopsia – di un malore che gli ha fatto perdere l’equilibrio. L’ultimo a vederlo in vita era stato il collega: Brenda aveva acceso una sigaretta ed era salito alla sua postazione.

Nessuno degli altri operai però – stando alle testimonianze raccolte dai carabinieri – ha visto il momento in cui il Ghiasa è scivolato nella tramoggia: l’altro operaio, addetto al macchinario a ’valle’, era in quel momento sulla ruspa, e si è accorto dell’accaduto sentendo un rumore strano e notando che il nastro trasportatore si era bloccato come se fosse rimasto incastrato qualcosa, mentre le lame continuavano comunque a muoversi. E’ stato lui a fare la drammatica scoperta. I soccorsi, immediati, non hanno strappato Brenda alla morte lasciando gli operai e un’intera comunità nello sconforto per l’ennesima morte sul lavoro. La procura mira anche ad accertare se la balaustra, alta 80 centimetri circa, fosse a norma di legge, proprio per evitare cadute accidentali quando il macchinario era in funzione: al lavoro gli investigatori dell’Arma, i colleghi dell’ispettorato del lavoro e l’Asl che, nei prossimi giorni, depositeranno le relazioni in procura. Sulla base dei risultati dell’autopsia e dei primi accertamenti sulle norme di sicurezza all’interno dell’impianto potrebbero essere sentiti nuovamente come testimoni del Ghiasa. Da capire anche – come ipotizzato dallo stesso cugino della vittima – se la caduta accidentale possa essere stata provocata dalla brina che ha reso la balaustra e i corrimano scivolosi.