Morto di infezione l'imprenditore casentinese: la conferma dalle analisi. Paese sotto choc

Febbre alta poi la fine al pronto soccorso a 49 anni per Marco Magni. Prima la guardia medica, poi la corsa in ospedalea. Titolare di un mobilificio, ciclista appassionato

Marco Magni

Marco Magni

Arezzo, 4 marzo 2019 -  "Sepsi fulminante da pneumococco. E’ questa la causa del decesso di Marco Magni, il quarantanovenne di Pratovecchio, morto al Pronto Soccorso di Bibbiena intorno alle 7,30 di ieri mattina. Attraverso gli accertamenti fatti, i sanitari hanno avuto la conferma del sospetto subito emerso: un’infezione batterica fulminante. L’Azienda comunica che non sono previsti interventi di profilassi tra le persone che sono state vicino al 49enne, a differenza di quanto avviene nei casi di meningococco. La Asl Toscana sud est si stringe alla famiglia con profondo cordoglio".

La febbre alta, i farmaci che non riescono a controllarla, la corsa al pronto soccorso. La morte. E’ la trama amara di una malattia che sembrava facilmente gestibile e che si è rivelata fatale. Vittima un uomo di 49 anni: si chiamava Marco Magni, era uno degli imprenditori più famosi del Casentino, titolare di un mobilificio. Ed era soprattutto un atleta da sempre, anima del gruppo sportivo di Poppi, abile con la bicicletta come con gli scarponi da trekking, es dirigente del Pratovecchio, il suo paese.

Ucciso, ora è confermato, da una sepsi, la vecchia setticemia, anche se le due patologie non sono sempre perfettamente sovrapponibili. Non da meningite, il sospetto che si era diffuso nelle ultime ore e che l’azienda sanitaria esclude definitivamente. L'ultimo giallo è stato cancellato dal riscontro diagnostico, deciso dalla stessa Asl in accordo con la famiglia. Ma resta una storia ai limiti dell’odissea.

Febbre alta fin dall’altra mattina e insieme alcuni disturbi intestinali: passano le ore e la situazione non migliora. La moglie decide di chiamare la guardia medica, che però non riscontra sintomi che potessero far pensare a patologie gravi: il medico si è solo raccomandato che continuasse a prendere antipiretici, la priorità era abbattere quella febbre arrivata fino a 40 gradi.

Ma la febbre non cala e all’una di notte, la notte tra sabato e domenica, la moglie lo vede agitato e allarmata chiama il 118: e stavolta gli operatori decidono di portarlo in ambulanza fino al pronto soccorso di Bibbiena. Siamo arrivati alle 3.05, secondo la ricostruzione della Asl.

Magni viene sottoposto a una raffica di esami: è sempre lucido, è vigile, sembra reagire alle cure. Ma non è così. Perché pochi minuti prima delle 7 il quadro si aggrava di colpo, subentrano difficoltà respiratorie che fino a quel momento non si erano manifestate. Viene intubato e preso in carico anche dal rianimatore: ma ecco l’arresto cardiaco. Per oltre trenta minuti i soccorritori provano di tutto, le manovre di rianimazione si rincorrono: fino alla resa. La morte.

Una notizia che da lì rimbalza velocemente a Pratovecchio Stia, il suo paese, gelando chiunque lo conoscesse, quindi tutti. Sia perché tutti raccontano di averlo visto in buona forma fino a pochi giorni fa, pare fosse andato a sciare alla Burraia, sia perché tanti sapevano che si era sottoposto a recenti controlli, tutti negativi.

La causa è la sepsi, quindi un’infezione batterica. «E’ una malattia – spiega una nota della Asl – che ha potenzialmente un’alta mortalità, a volte anche con un andamento iperacuto».  Mentre il suo paese, la sua famiglia si preparano a dirgli addio.